Lo strano “caso” Cutgana e la battaglia per la successione a Antonino Recca.di Iena Ridens
Mala tempora currunt, davvero, se basta appena una fuga di notizie (gli scoop sono cosa ben diversa) su quella che è poco più che una ipotesi di notizia, per portare uno stimato professore, come Angelo Messina, a rassegnare le dimissioni da presidente del Cutgana, praticamente in contemporanea con la pubblicazione dell’articolo che tira fuori la faccenda.Ma è proprio quello che è successo. Non appena Livesiciliacatania.it ha pubblicato il contenuto del (a questo punto) famoso piano “A” relativo alla Convenzione per lo sportello unico per le aree ad elevato rischio ambientale, finanziato da Regione e Università, due milioni e mezzo per Priolo, uno e due per l’area di Gela, è venuto giù il mondo. Già, perchè in tempi di caccia all’untore e agli untorelli, dove basta associare l’espressione “denaro pubblico” ai termini “consulenze” e “piani di gestione”, per pensare a ladrocinii e associazioni di grassatori pronti a mungere la mammella dello Stato alla faccia dei cittadini, la pubblicazione del contenuto dei due documenti, con qualche voce particolarmente esagerata, come quella relativa al catering, ha messo una delle istituzioni più serie dell’Università nell’occhio del ciclone. Ed è stato così che il Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agrosistemi, che tanto di buono ha spesso fatto per la città, è finito sullo stesso piano di una qualunque società partecipata della Regione, per dire, di quelle che sono stipendifici e poco altro. La cosa surreale è che è finita sulla bocca di tutti per una vicenda ancora di là da venire: il piano in questione, infatti, una volta siglata l’intesa con la Regione e trasferiti i fondi, doveva passare dal vaglio del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Insomma, allo stato degli atti era poco più che una ipotesi, passibile di essere modificata o cassata dagli organi di governo dell’Università. Ed invece, qualcuno ha deciso che bisognava far scoppiare il caso.Già. Ma chi? Chi è stato che ha girato via mail i documenti incriminati alla redazione del giornale (tra l’altro allocata al piano nobile di uno splendido palazzo di via Etnea, che al piano inferiore ospita la segreteria del senatore Bianco, ad un tiro di schioppo dallo stesso Rettorato)?E’ su questo punto che si stanno scervellando gli uscieri del Rettorato. Posto, infatti, che doveva ancora esser portato all’attenzione di Senato e Consiglio, per come vanno le cose all’Università, il piano poteva essere a conoscenza di sole tre persone: il Magnifico (!) Rettore, Antonino Recca, il presidente del Cutgana, Angelo Messina, e il direttore amministrativo dell’Università, Lucio Maggio.E poi, si chiedono gli uscieri, perchè? La risposta che si danno è una, ed una sola: qualcuno ha voluto mettere i bastoni tra le ruote a Pippo Vecchio, preside della Facoltà di Scienze Politiche, membro del Cutgana, amico di Angelo Messina (a suo volta vicinissimo a Recca), e principale candidato alla successione alla carica di Rettore. Anzi, l’elezione (come competitor dovrebbe correre il preside di Lettere, Enrico Iachello) era da molti considerata come cosa fatta. Questa vicenda potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote?E’ presto per dirlo. L’unico dato certo è che, sul campo, è rimasto quel gentiluomo dalla specchiata onestà del professore Messina, le cui dimissioni (ha scelto da solo? Gli è stato consigliato di rassegnarle?) diventano l’agnello sacrificale sull’altare di elezioni troppo vicine perchè ci si possa permettere il lusso di gestirle con una vicenda pendente. Sia per quanto riguarda il nuovo Rettore da eleggere, sia per l’eventuale candidatura di Antonino Recca al Senato, in quota Udc.Ma, tant’è, in questa città le cose vanno così: alcune inchieste non arrivano mai a sentenza, altre conoscono il finale prima ancora di diventare materia per tribunali.
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