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Attentato contro l’imprenditore Saro Puglia
Pubblicato il 01 Ottobre 2011
Il racket torna a “battere alla sua porta” con viltà come sempre, ma lui tira dritto. Stamattina, l’imprenditore vitivinicolo Saro Puglia(nella foto) ci ha informato che, in un suo terreno poco distante dalla cantina, sono state bruciate 250 casse da utilizzare per la vendemmia. Puglia ha subito denunciato il fatto alle forze dell’ordine. Sembra proprio l’ennesimo atto del racket: da anni, malgrado tutto, malgrado la solitudine, Saro Puglia conduce una battaglia contro il racket delle estorsioni e dell’usura e ottiene riscontri positivi alla sua azione.
Qualche mese fa, dopo sua denuncia, era stata notificata in carcere un’ordinanza di custodia cautelare per usura e tentata estorsione all’imprenditore Giovanni D’Urso, coinvolto nell’inchiesta “Iblis”. Di recente, il Riesame ha confermato l’ordinanza.
Pochi giorni fa, poi, dalla Prefettura, sono arrivate notizie confortanti per la sua attività che lentamente, in mezzo a mille difficoltà, va avanti: il 12 settembre scorso, è stata prorogato per ulteriori 300 giorni (il primo atto del 17 novembre 2010 era scaduto proprio in questo periodo) il provvedimento che concede all’imprenditore la sospensione dei termini delle eventuali azioni contro di lui dei creditori.
Insomma, una “barriera” per consentire di poter continuare l’opera di “risalita” della propria attività, già presa di mira da fatti criminosi. Non a caso, la Prefettura ricorda nel provvedimento che Puglia ha denunciato “gravi fatti criminosi, di natura estorsiva, usuraia ed intimidatoria…”. Ora, questo ennesimo atto vile ed intimidatorio: Puglia ci ha assicurato che andrà avanti. E noi con lui seguiremo quanto accadrà. L’omertà è il passato, il presente e il futuro sono la voglia di cambiare la Sicilia.
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