comunicato da Palazzo degli Elefanti
Il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione ha convocato il consiglio comunale mercoledì 27 luglio alle ore 19,00 nell’aula consiliare di palazzo degli elefanti. Ai primi due punti all’ordine del giorno della seduta la presa d’atto del Piano economico finanziario del Servizio di Gestione dei Rifiuti Urbani (PEF) 2022-2025 e l’approvazione delle tariffe ai fini della Tassa sui rifiuti (TARI) anno 2022.
In merito alle due proposte deliberative, il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi, ha inviato una lettera al presidente del civico consesso e a tutti i consiglieri comunali, dettagliando le cause che obbligano l’Amministrazione a presentare l’aggiornamento dei documenti contabili e di programmazione e i rischi che la non approvazione dei due atti comporterebbe per il Comune e la Città di Catania.
“Il travagliato momento politico regionale e nazionale non deve distrarci, come amministratori che operano con scrupolo e coscienza, dall’ imminente determinazione dell’equilibrio del piano economico finanziario (PEF), relativo alla Tari per il 2022, da approvare entro il prossimo 31 luglio” esordisce nella lettera ai componenti del consiglio comunale di Catania il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi.
“Dalla sua approvazione o meno potrebbero determinarsi una serie di conseguenze, tali da rendere vani 4 anni di duro lavoro per correggere i conti del Comune e segnare in maniera indelebile il futuro di Catania.
Nella fattispecie – prosegue il sindaco facente funzioni- il costo di conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati, causa l’aumento del costo dell’energia e dei carburanti, è aumentato del 125 %. Costi aggiuntivi che in teoria avrebbero significato l’aumento di 26,384 milioni di euro, un valore più che raddoppiato rispetto al 2021.
Un dato, in realtà, sensibilmente attenuato, sia dall’incremento di oltre il 300% della raccolta differenziata rispetto al 2018, con conseguenziali minori costi di conferimento, che dai lusinghieri risultati ottenuti, nell’attività di accertamento dell’evasione/elusione, che hanno determinato un aumento di circa 5 milioni di euro del ruolo Tari, i cui benefici si vedranno compiutamente nel 2023.
Nonostante questi risultati – spiega ancora Bonaccorsi- l’impatto dell’aumento del costo per il 2022 avanzerà a un importo di circa 16 milioni di euro. Un valore che nella sua valenza di atto tecnico non tiene conto dell’eventuale trasferimento di risorse stanziate dalla Regione Siciliana, che una volta determinate, così come già successo per i fondi emergenziali Covid del 2020 e del 2021, saranno destinate ai contribuenti a decurtazione dell’ammontare dovuto, diminuendo l’impatto del valore tariffario.
A fronte di ciò –continua il capo dell’amministrazione Comunale- sento il dovere di rappresentare ancora una volta, le conseguenze inevitabili che la mancata approvazione del PEF – i cui effetti, seppur fortemente mitigati, sono dovuti esclusivamente all’aumento delle tariffe energetiche e di quelle dei carburanti – potrebbe comportare anzitutto l’impossibilità di finanziare il servizio di raccolta dei rifiuti per i mesi restanti, con nuovi debiti fuori bilancio da riconoscere, pena l’interruzione del servizio. A questo va aggiunta l’impossibilità di portare in equilibrio e approvare il bilancio di previsione del 2022, mettendo in discussione il regolare pagamento degli stipendi e il trasferimento di risorse alle partecipate, con il rischio che si possa paventare ancora una volta lo spettro del dissesto finanziario, che dopo anni di sacrifici stiamo per superare.
Serve, dunque, una nuova straordinaria assunzione di responsabilità, così come ha dimostrato di saper fare l’intero Consiglio Comunale durante tutta la consiliatura.
Pur consapevole della condizione di chi, giocoforza, deve assumersi l’ulteriore onere di rendere un servizio per l’interesse di oggi e di domani, con piena assunzione delle responsabilità che la legge e la mia coscienza mi obbligano a compiere, auspico – conclude Bonaccorsi- che il consiglio comunale nella sua interezza, prenda atto positivamente della nuova formulazione del PEF della Tari 2022. Perché la scelta che dovrà compiersi non è quella di approvare o non approvare la delibera posta all’ordine del giorno, bensì quella di determinare il futuro della città, ed evitare il rischio di far ripiombare la nostra comunità nei momenti bui del dissesto da cui finalmente stiamo per venire fuori”.
Domani la Giunta Pogliese e i partiti che la sostengono ( Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Udc, il partito senza nome di Raffaele Lombardo) porteranno in aula l’aumento della tassa sui rifiuti del 18%. Una proposta inaccettabile. Domani alle 19 tutte e tutti in Consiglio Comunale per fermarli! Facciamo girare il più possibile! Dobbiamo essere in tante e tanti!https://www.facebook.com/events/1082081116079188 bacheca di Matteo Iannitti
ed ecco il discorso in anteprima: pare che la consulenza filosofica sia di Gianfranco Vullo ed Alessandro Porto.
(L’être et le néant) Opera di J.-P. Sartre, pubblicata nel 1943, in cui è esposta un’«ontologia fenomenologica» sviluppata come superamento della fenomenologia di Husserl, dell’ontologia di Heidegger e della «concezione dialettica del nulla» di Hegel. L’essere è considerato nel fenomeno (essere del fenomeno) e nella coscienza (essere della coscienza); l’analisi, condotta con metodo fenomenologico, giunge dall’«essere del fenomeno» alla coscienza che, nel «cogito preriflessivo», si rivela come «coscienza (di) sé», il cui «tipo di essere» non è «un possibile prima dell’essere, ma […] la sorgente e la condizione di ogni possibilità». In tale prospettiva è l’«esistenza» stessa della coscienza a implicarne «l’essenza» (Introduzione). La coscienza «è causa del proprio modo d’essere» ed è, al tempo stesso, «coscienza di essere» e coscienza di «non essere ciò di cui è coscienza». Vengono a porsi, in tal modo, due diversi «tipi» o «zone di essere»: l’‘essere-in-sé’ (être-en-soi), ossia l’essere dei fenomeni, statico e atemporale, «massiccio», «opaco» e «brutalmente esistente», che «non può mai essere altro che ciò che è»; l’‘essere-per-sé’ (être-pour-soi), ossia l’essere della coscienza, dinamico e temporale, che si «crea» costantemente e «non può coincidere con sé». L’essere-per-sé, antitetico all’essere-in-sé, in quanto lo nega, delimitandolo e circoscrivendolo continuamente, si configura come non-essere e ciò avvia la riflessione ontologica sul nulla; l’essere-per-sé della coscienza è infatti negazione (négatité) mediante la quale essa genera il «nulla» (néantisation) dentro e intorno a sé; in tale prospettiva: «l’uomo si presenta […] come un essere che fa apparire il nulla nel mondo, in quanto si investe del non-essere a questo scopo» (I, 5). La negazione riposa sulla condizione ineliminabile della «libertà»; l’uomo, per poter porre il nulla, «deve» essere libero, poiché in caso contrario la coscienza apparterrebbe completamente all’essere-in-sé e le modalità dell’interrogazione e della negazione non sorgerebbero: «L’uomo non è affatto prima, per essere libero dopo, non c’è differenza fra l’essere uomo e il suo essere-libero». Tale libertà è presenza del «nulla» dentro di noi, è «angoscia» di essere proiettati verso un cangiante essere-per-sé, cui le «routines» e i comportamenti di «malafede» non possono ovviare; l’uomo è «condannato alla libertà». In tale scenario si colloca la riflessione sul «solipsismo» (III, 2); il per-sé comporta un mondo in cui sono presenti altre coscienze e la relazione con gli altri comporta una reciproca oggettivazione e reificazione, ossia il «per-altri» (par-autrui) rivelato dall’analisi fenomenologica dello «sguardo», della «vergogna», dell’«odio» e del linguaggio, in cui Sartre recupera la riflessione hegeliana della dialettica servo-padrone. L’esistenza degli altri definisce lo scenario in cui l’anelito all’«autenticità» si realizza, diversamente che in Heidegger, mediante l’assunzione della propria libertà e il riconoscimento dell’altro come libertà. (Treccani)”-
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