Catania

AVEVAMO RAGIONE, C’ERA DEL MARCIO NELL’APPALTO DELLA PLAYA. CONDANNATO L’EX DIRIGENTE RACITI: E LA RESPONSABILITA’ POLITICA DELL’AMMINISTRAZIONE BIANCO? FINIRA’ CHE A PAGARE SARA’ IL COMUNE, CIOE’ I CITTADINI?

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di iena al Servizio delle Destre Marco Benanti.

I giudici della terza sezione penale del Tribunale di Catania hanno condannato ad un anno e tre mesi di reclusione- pena sospesa- per abuso d’ufficio il dirigente del comune di Catania Salvatore Raciti. La vicenda è quella che ruota attorno all’appalto delle spiaggie comunali alla Playa: Raciti è stato imputato “perchè, quale Presidente della Commissione Aggiudicatrice della gara d’appalto indetta dal Comune di Catania per la concessione triennale, a titolo oneroso, del servizio di gestione delle spiagge libere 1,2, 3 in zona Playa/V.le Kennedy, e delle due terrazze a mare site in zona lungo mare e dei relativi punti di ristoro e parcheggi, nonché assegnazione ad uso parcheggio, a titolo oneroso, del terreno comunale di V.le Kennedy, retrostante il plesso denominato “Palaghiaccio”in violazione dei doveri di imparzialità nello svolgimento della pubblica funzione previsti dall’art. 97 Cost., nonché in violazione degli articoli 38 co. 1 lett. f) e co. 2-bis, 46 co. 1-bis D. Lgs. n. 163/06 e in particolare:

accettando il deposito da parte della Caffè Napoleon Soc. Coop. e della Privitera Giuseppe S.r.l. s., oltre il termine di 10 giorni previsto dall’Istituto del Soccorso Istruttorio, della documentazione integrativa richiesta dal bando a pena di esclusione, ovvero il PASSOE e due referenze bancarie; non escludendo dalla gara la Caffè Napoleon Soc. Coop. nonostante la perdurante mancata produzione di una referenza bancaria;

annullando in autotutela l’aggiudicazione provvisoria al maggiore offerente, ovvero la Fraggetta Giuseppe& C. S.a.s, rilevando la sussistenza di cause ostative in realtà inesistenti e conseguentemente disponendo l’aggiudicazione provvisoria in favore della Caffè Napoleon; intenzionalmente provocava alla Caffè Napoleon Soc. Coop. un ingiusto vantaggio e arrecava alla Fraggetta Giuseppe& C. S.a.s. Un danno ingiusto.

In Catania, dal mese di aprile 2016 al mese di luglio 2016”.

Fraggetta si è costituto parte civile e ha visto riconosciuto dal Tribunale il diritto al risarcimento da parte di Raciti, all’epoca dei fatti direttore del servizio ecologia e ambiente autoparco e verde urbano del comune di Catania.

Di questa vicenda questa testata si era occupata a lungo: ricordiamo le solite “solitudini” come quella di pochi altri, come quella di Manlio Messina, allora consigliere comunale di opposizione, oltre a quella di Fraggetta.

Ricordiamo, invece, le piccole arroganze e il solito cinismo della “Catania di Enzo Bianco”, della “città della boria”, del solito giochino manipolatorio “chi parla di noi è di destra, fa il gioco della destra”, in quella che allora veniva celebrata come l’ ennesima “era della legalità” e naturalmente del “progresso”. E ci ricordiamo quella faccia là, quella faccia del cattolico impegnato nella società, che rassicurava e faceva la faccia dura contro chi faceva domande. Storie di cattolici della “società civile”, sempre politicamente funzionale al “sistema di Potere” catanese.

A proposito alla fine dell’ennesima storia di distrazioni, silenzi e naturalmente sguardi torvi a chi voleva sapere la verità, resta la domanda delle domanda: chi pagherà i danni subiti da Fraggetta? Pagherà il comune, cioè i cittadini? “Capolavoro” finale?

Certo, si dovranno aspettare i successivi gradi di giudizio, Raciti è ancora un innocente a norma di Costituzione. Ma le considerazioni politiche andrebbero fatte, andrebbero perchè non le farà nessuno.

Altro capitolo: ma la mafia ha avuto un ruolo in questa storia catanese?

L’odore di mafia si sentiva forte già allora.

“Infine, questo Collegio -scrivono i giudici nelle motivazioni- non può fare a meno di valutare il coinvolgimento nella vicenda odierna di soggetti noti per il loro spessore criminale, come Buda Orazio e Vecchio Alfio. Invero, trattasi di individui pluripregiudicati, aventi collegamenti con associazioni di stampo mafioso, che per un breve periodo -coincidente con la consegna del servizio alla Caffè Napoleon -erano stati assunti da quest’ultima con le mansioni rispettivamente di “parcheggiatore” e “addetto allo spostamento merci”. Anche in ragione della loro sospetta presenza, poi, Musumeci Leonardo disponeva la revoca della consegna sulla base dell’informativa antimafia proveniente dall’ufficio della Prefettura. A ciò deve aggiungersi che Buda Orazio, in più occasioni, aveva “avvicinato” Fraggetta Giuseppe e Fraggetta Fabio minacciandoli per la denuncia sporta da questi nei confronti di Raciti Salvatore (Cfr dispositivo di sentenza n 858/22)…”

Insomma, ora -ribadiamo ora- molti potranno dire che era tutto o quasi chiaro. Tutti “eroi” a cose fatte o quasi: film già visto.

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Benanti

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