Tratto dai documenti forniti in conferenza stampa dall’associazione. “Apprendiamo in questi ultimi giorni che il 14 marzo si dovrebbe tenere la Conferenza di servizi Decisoria per il rilascio di una concessione demaniale, per 99 anni, ad una impresa che vorrebbe costruire un porto turistico con le relative infrastrutture turistico-ricettive e commerciali. Tutto ciò, ancora una […]
Baby pride: la svolta gender dell’azienda Cgil
Pubblicato il 29 Giugno 2019
di iena marco pitrella (con il concorso morale dell’agente della Reazione marco benanti)
La peggio degenerazione del gay pppprrride: il baby pride. E sarà la Cgil nel cortile di via Crociferi a darne ospitalità questo sabato.
Ecco, dunque, la svolta gender della Cgil: che tu sia maschio o femmina – questa è del gender la definizione – è un fatto culturale e a nulla c’entra, sempre secondo la teoria, la biologia.
Del resto, il tema della manifestazione sarà “Fiabe contro gli stereotipi”, la perfetta invenzione della propaganda. E a raccontarle, le favole, saranno le drag queen; per chi non le conoscesse, sono quelli che… trucco e parrucco, gonna corta, barba e tacchi a spillo, brave, bravissime, bravissimissime a sculettare… magari con la sorpresa (davanti) a penzolare.
Donna (o uomo che sia) barbuta sempre piaciuta, dice il detto.
La drag queen è un perfetto mix, mix in ogni dove, adatto un pubblico adulto, si direbbe in condizioni normale. Ma, per l’appunto, è il baby pride che si celebra sabato; e allora, chi meglio di una drag queen per i bambini e per le bambine, pardon bambin*, si legge nell’invito (nella foto).
Bambin*: è la lingua neutra, bellezza! né maschile e né femminile, il senso dell’asterisco.
Basterebbe leggerli i titoli di certe favole che, c’è da scommetterci, saranno narrate (l’elenco è dell’“Huffington post”):
“Nei panni di Zaff”, tanto per citarne una, in cui Zaff vuol far al principessa. O piuttosto “Colori ribelli” in cui il celeste e il rosa, stanche della vita noiosa, decidono di scambiarsi i ruoli.
E ancora, “L’altra parte di me”; si commenta da sé.
Oppure “L’uovo”: sì, l’uovo con il suo tuorlo e il suo albume è il protagonista di una storia; non vuol nascere, l’uovo, partirà e scoprirà quanto sono belle le famiglie, quelle “diverse”, ovviamente.
Per non parlare di “Il pianeta dei calzini spaiati”, dove i calzini stanchi di fare coppia, scappano. Miracolo gender, i calzini non si perdono tra una lavatrice e l’altra.
Ma i cani e le cane, guai a dire cagne, meglio i can*, nell’immaginario arcobaleno, ci andranno mai in paradiso?
Tutta ideologia, naturalmente: è il pensiero unico, totalitario e totalizzante.
In fondo, che “le ideologie dominanti siano espressione della classe dominate”, Carl Marx l’aveva pure detto.
Quando poi la Cgil, ridotta ad azienda privata al servizio di famiglie, diverse e con qualche calzino spaiato (marca gagà), si presta a tutto questo, non c’è da stupirsi. Anche se col baby pride s’è andati fin troppo oltre e senza alcun rispetto per l’infanzia.
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