Quando una Soap opera (o semplicemente Soap) si chiamava Telenovela, quando veniva girata in America Latina, quando gli interpreti erano attori da B-Movie, a volte da Z-Movie.
Ne ricordo una (non vi dico quale, sennò mi prendete per i fondelli, ma capite… ho un’età) in cui un personaggino carino, donna, stava a lamentarsi per tutte le cento (?) puntate. Tema pressoché unico: l’affitto di casa troppo caro e in famiglia, era necessario risparmiare di più. Comprendo come non dovesse essere stata una gran fatica per gli sceneggiatori, lavorare su quel personaggio, alle cui mono-espressioni stentavi ad abituarti. Poi, comunque, c’era il gran finale. Quello cattolico che spazzava via l’arroganza dei cattivi, alcuni morti altri pentiti, faceva trionfare la bontà, la “verità” e l’amore. Noi cresciuti a pane e Alessandro Manzoni di queste cose eravamo più che esperti. Si chiama rinforzo: ti raccontano una storia per una vita e dopo te ne raccontano un’altra la cui essenza valoriale è assolutamente identica. Vabbè.
Perché vi sto raccontando questa cosa? Perché vorrei scrivere di Salvo Pogliese, sindaco della “Semprerifiorente” e mi vengono in mente solo le Soap. I catanesi già sfigati di loro, costretti a vivere in luoghi (forse belli ma) ridotti in povertà, sporchi e pericolosi (adesso ci si mette pure il clima), se la devono vedere con un Primo cittadino che da mesi e mesi non fa che rendersi protagonista di una sola vicenda (forse due, considerando il rimpasto?), quella della sua sospensione. No, sì, forse, vedremo, più in là… Andrà via, non se ne andrà, ama la città però, non la ama quindi… essere o non essere… Far valere l’amore dichiarato per la città e il verdetto delle urne, ovvero rendere concreta l’opportunità di ridare serenità al clima politico locale? Pensare alla propria carriera o alla città che malinconicamente non merita di essere trasformata in uno studio televisivo o cinematografico?
Se fossi Pogliese e per fortuna non lo sono, non avrei dubbi e farei valere a pieno il principio di opportunità politica. Valuterei cioè il fatto che al Capo dell’amministrazione comunale non possono essere concesse distrazioni dovute a vicende giudiziarie più che idonee a limitarne simbolicamente la libertà; Pogliese ha pur sempre (anzi essa è da intendersi al primo posto) una responsabilità di fronte ad elettori che lo hanno votato perché guidasse la città, senza inutili, inutili per la maggioranza dei catanesi, distrazioni (e ovviamente tutti speriamo in una soluzione positiva, ma il punto non è questo).
Faccia dunque un passo indietro, scegliendo bene. Tra compiacimenti personali e opportunità di migliorare le condizioni della sua città, rivolga l’attenzione alla seconda delle opzioni. Noi crediamo in lui, tantopiù che, come in ogni Soap che si rispetti, alla fine i cattivi verranno puniti e dei buoni sarà il regno dei cieli, o eventualmente quello di terra, di mare e dell’aria, per chi non ha molta voglia di aspettare.
Marco Iacona.
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