Intervista di Marco Benanti. Faccia a faccia con un It manager, autore di un libro che tratta di un tema di forte impatto sociale e letterario.
Beni Culturali in Sicilia: il Kouros ritrovato, al museo Paolo Orsi di Siracusa l’ 8 settembre avvio dell’esposizione
Pubblicato il 06 Settembre 2020
Il torso del Kouros di Lentini e la Testa Biscari, finalmente ricongiunti, saranno in mostra a Siracusa nella Sala centrale del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”, dall’8 settembre 2020 con inaugurazione alle ore 18.00 e fino all’8 marzo 2021.
L’iniziativa, promossa dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana rappresentato dall’assessore Alberto Samonà, è stata realizzata con la collaborazione del Comune di Catania, della Fondazione Sicilia e dell’Associazione LapiS, che ha effettuato gli studi necessari a definire l’appartenenza dei due pezzi scultorei ad una sola statua. Il Kouros sarà condiviso dai due musei proprietari (Castello Ursino e Paolo Orsi) con periodi di esposizione che l’accordo di partenariato prevede durino almeno un anno.
Il progetto di allestimento della mostra è stato ideato dall’architetto Francesco Mannuccia mentre l’organizzazione e la produzione della mostra sono di Civita Sicilia. “Con l’esposizione del Kouros, che resterà aperta fino al prossimo mese di marzo – dice Alberto Samonà, assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – rendiamo omaggio alla città di Siracusa e alla sua storia con un’iniziativa che celebra la bellezza al suo massimo livello. Il “Kouros ritrovato”, come ci piace definire la “nuova” statua, infatti – sottolinea Alberto Samonà – appare ai miei occhi come un esempio di kalòs kai agathòs giacchè simbolicamente unisce bello e buono: la bellezza di un unicum che mette un punto fermo a una storia fatta di discordanze, e la bontà che invita idealmente noi siciliani a riflettere sulla necessità di superare gli individualismi per cercare sempre le ragioni che ci uniscono in vista di nuovi e più preziosi obiettivi”.
Quella di rimettere insieme la “Testa apollinea”, rinvenuta nel Settecento da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari e appartenente al Museo di Castello Ursino, con il torso acefalo di efebo acquisito nel 1904 da Paolo Orsi e appartenente al Museo Archeologico di Siracusa, è un’idea lanciata qualche anno fa dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e raccolta dal Governo Regionale attraverso l’allora assessore Sebastiano Tusa. Proprio le attività di coordinamento tecnico-scientifico curate insieme al direttore Calogero Rizzuto, hanno consentito di restituire integrità alla statua risolvendo la querelle che per anni ha impegnato la comunità scientifica in supposizioni e ipotesi sull’effettiva pertinenza dei due reperti a un’unica scultura di età arcaica.
Determinante presupposto per l’iniziativa di ricongiungimento sono state le indagini petrografiche e geochimiche effettuate dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) già a partire dal 2011, grazie alle quali è stato possibile affermare, in maniera inequivocabile, che testa e collo del giovinetto sono parti della stessa opera scolpita in un unico blocco di marmo prelevato nell’isola greca di Paros. Per l’assemblaggio dei due reperti si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel Settecento, colmando “la brevissima lacuna” con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza. È grazie a questi interventi e alle opere di ripulitura effettuati che oggi possiamo aggiungere una nuova opera al catalogo della statuaria della Sicilia greca: il Kouros di Leontinoi. Ricongiungimento delle due parti anatomiche che ha indotto l’allora assessore Tusa a dire che è come se oggi fossimo dinanzi a un nuovo ritrovamento archeologico. La mostra potrà essere visitata dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 19.00 – Domenica dalle 9.00 alle 14.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Lunedì chiuso. Info e prenotazioni 0931.489514.
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