Tratto dai documenti forniti in conferenza stampa dall’associazione. “Apprendiamo in questi ultimi giorni che il 14 marzo si dovrebbe tenere la Conferenza di servizi Decisoria per il rilascio di una concessione demaniale, per 99 anni, ad una impresa che vorrebbe costruire un porto turistico con le relative infrastrutture turistico-ricettive e commerciali. Tutto ciò, ancora una […]
Biblioteca Navarria Crifò: oggi a Catania il dibattito “Pippo Fava: mafia, informazione, politica e imprenditoria” | Nella sala consultazione della biblioteca sita a Catania in via Naumachia 18/a interverranno Graziella Proto, attivista e Goffredo D’Antona, avvocato. Modererà Antonio Ortoleva, giornalista
Pubblicato il 19 Dicembre 2024
Nella sala consultazione della biblioteca sita a Catania in via Naumachia 18/a interverranno Graziella Proto, attivista e Goffredo D’Antona, avvocato. Modererà Antonio Ortoleva, giornalista
Avrà luogo oggi alle ore 17.30 nella sala consultazione della Biblioteca Navarria Crifò (via Naumachia 18/a, Catania), il dibattito “Pippo Fava: mafia, informazione, politica e imprenditoria”
Interverranno Graziella Proto, attivista e Goffredo D’Antona, avvocato. Modererà Antonio Ortoleva, giornalista.
La sera del 5 gennaio 1984 Giuseppe Fava aveva deciso di andare a prendere la sua nipotina al Teatro Stabile di Catania, dove la bambina recitava. Era rientrato a Catania da pochissimi anni, e il suo rientro era stato un grande gesto d’amore nei confronti della città etnea. Esisteva un solo quotidiano cittadino che faceva il bello e il cattivo tempo della città, in modo vergognosamente interessato, attento più che ai colori politici ai grandi affari; un quotidiano affaristico di cui recentemente un esponente ha dichiarato in modo sfacciato che “il quotidiano La Sicilia negli anni ’80/’ 90 non aveva percezione dell’esistenza della mafia in città”. Falsando ancora una volta la verità.
Pippo Fava, che del giornalismo aveva un concetto etico, diede una spallata a quel modo di fare “informazione” basata su false notizie, o peggio non notizie, una pseudo informazione che teneva la città soggiogata; notizie che rappresentavano una città felice inesistente, ma affascinante.
Fava tolse il coperchio alla pentola e ne traboccò qualcosa di puzzolente, disturbando così manovratori e cavalieri vari… I benpensanti, difensori della città, dissero che era uno schifo infangare così Catania e i catanesi, ma tanta gente onesta, attonita, di fronte a quella nuova realtà lo seguì.
Quella sera del 5 gennaio 1984 nei pressi del Teatro Stabile, Fava non fece in tempo nemmeno a scendere dalla sua macchina: 5 pallottole calibro 7,65 lo colpirono alla nuca e lo uccisero.
Le attività della Biblioteca Navarria Crifò sono sostenute dall’ Otto per mille della Chiesa Valdese.
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