Ingegneri Catania, «Bonus edilizi: “Sostegni Ter” ennesimo ostacolo per lo sviluppo»
IL PRESIDENTE SCACCIANOCE: «ARTICOLO 28 AFFOSSA PROFESSIONISTI E IMPRESE, GRAVE RISCHIO PER ECONOMIA E MESSA IN SICUREZZA»
CATANIA – «Oggi sono a rischio buona parte dei 1500 interventi avviati a Catania grazie al Superbonus – dati Enea relativi al 2021 – con gravi ripercussioni sui processi di rigenerazione e sulla ripresa dell’economia etnea». Questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce, alla luce delle modifiche apportate dall’articolo 28 del decreto Sostegni Ter, che consente una sola cessione del credito. «Questo limita l’efficacia del 110 e degli altri bonus edilizi – continua – strumenti che hanno consentito di rimettere in moto la filiera. A dipingere un quadro ancora più allarmante – aggiunge Scaccianoce, che ieri ha condiviso le criticità durante la riunione di Consiglio dell’Ordine – il previsto blocco di circa il 90% delle opere avviate in Sicilia e la posizione a rischio dei professionisti e di migliaia di operai assunti grazie alla spinta dei benefici fiscali».
Dunque, sono due i punti critici individuati dal presidente della categoria etnea e strettamente collegati tra loro: quello della sicurezza e quello economico. «Sul primo punto – spiega Scaccianoce – porre un freno al Superbonus significherebbe chiudere i cantieri anche in quelle aree in cui sono necessari interventi per l’adeguamento sismico. A oggi, i dati della Direzione Urbanistica di Catania evidenziano che il 30% dei lavori è finalizzato a interventi antisismici. Bloccarli renderebbe vano l’impegno del nostro Ordine e della Fondazione – in sinergia con istituzioni, altri ordini e associazioni – per la sensibilizzazione su questo tema, su cui si può ancora fare tanto. E questo vale soprattutto per il nostro territorio che, come tutti sappiamo, è ad alto rischio».
Come in un domino, l’aspetto economico e occupazionale subirebbe un crollo: «Il provvedimento – continua il presidente degli Ingegneri etnei – ingesserebbe il sistema. La mancata possibilità di cessione del credito da parte degli istituti bancari danneggerebbe i professionisti che hanno già investito, avviando le pratiche, stipulando i contratti, assumendo i collaboratori e mettendo a rischio i compensi già maturati. A essere ulteriormente penalizzate le famiglie impossibilitate ad anticipare ingenti somme, destinate all’efficientamento e messa in sicurezza dei loro immobili». Inoltre, le disposizioni introdotte con l’articolo 28 aprono anche a uno «scenario che ha del paradossale – aggiunge Scaccianoce – dato che la misura del Superbonus è stata prorogata poche settimane fa con la Legge di Bilancio 2022».
Una legge necessaria “per garantire legalità, evitando speculazioni”. «Tuttavia – commenta il presidente – crediamo che gli strumenti informatici e i controlli attraverso l’incrocio delle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, degli elenchi degli Ordini e associazioni di categoria, dell’Anac e così via, consentano di individuare ed evitare gli abusi».
«La norma introdotta con il Sostegni Ter – prosegue – va tutt’altro che a “sostegno” delle imprese e dei professionisti, rappresentando solo l’ennesimo ostacolo al Superbonus, che dalla sua introduzione con il decreto Rilancio, nel maggio 2020, ha subito numerose modifiche. Occorre intervenire – questo l’appello di Scaccianoce – affinché si proceda nella strada intrapresa e si renda il Superbonus definitivo, garantendo trasparenza e legalità e consentendo una programmazione che migliori la sicurezza e la qualità di vita delle nostre città. Gli Ordini provinciali, sia direttamente che attraverso il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, hanno già avviato una interlocuzione col Governo, facendosi promotori – in rappresentanza della Rete Professioni Tecniche – di un nuovo incontro della Filiera delle Costruzioni, per convincere i legislatori dell’opportunità di un repentino passo indietro. Non si possono modificare le regole proprio mentre la partita è in corso – conclude il presidente – stiamo giocando la sfida più importante: quella della ripresa del Paese».
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