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Calcio, Abete e Zamparini contro Zeman. Noi però la pensiamo come il boemo: Antonio Conte non dovrebbe poter allenare
Pubblicato il 16 Agosto 2012
di Fabio Cantarella
“Quando non si è interessati, non bisognerebbe parlare, è troppo facile chiedere dei cambiamenti in questo modo. Comunque ad oggi le regole dicono che un allenatore inibito può allenare durante la settimana”. Con queste parole Giancarlo Abete, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), ha ritenuto di dover replicare all’allenatore della Roma Zdenek Zeman, che nei giorni scorsi, dopo la squalifica in primo grado di Antonio Conte, aveva espresso perplessità sull’opportunità per un tecnico squalificato per dieci lunghi mesi di poter continuare ad allenare dal lunedì al sabato.
Una presa di posizione quella di Abete che noi di ienesicule non condividiamo per nulla, mentre ci schieriamo con forza a fianco di Zeman. Certo le regole sportive consentono a Conte di allenare, ma noi ad Abete, che dice di non condividere il pensiero di Zeman, vorremmo chiedere: 1) Presidente Abete, per lei allora è normale che un allenatore squalificato per dieci mesi, per due comportamenti a dir poco antisportivi, continui a forgiare una squadra correndo il rischio che non trasmetta ai giocatori quei valori sportivi che ha dimostrato, almeno al momento, di non possedere? Chi per la giustizia sportiva, per ben due volte, non ha avvertito il dovere di denunciare una partita che ha saputo essere combinata è moralmente giusto che continui a guidare un gruppo durante la squalifica? 2) Non sarebbe invece più giusto che Antonio Conte usufruisca di questi dieci mesi per riflettere e meditare sul motivo per il quale la giustizia sportiva l’ha squalificato? Non è questo il fine principale che una pena dovrebbe prefiggersi?
Presidente Abete, sa cosa pensiamo? Che quel che ha detto Zdenek Zeman, ossia che un allenatore squalificato per dieci mesi non dovrebbe allenare (e a nostro modesto avviso neppure stare a contatto con i giocatori!), avrebbe dovuto dirlo lei! Sì lei che, visto il ruolo che ricopre, dovrebbe essere il primo a scagliarsi come una furia contro quei tesserati che con il proprio comportamento minano la credibilità del sistema calcio e dello sport in generale. Perché sarà pur vero che Antonio Conte è stato condannato, al momento in primo grado, solo per due omesse denunce, ma lei ritiene che si possa essere tolleranti con chi, salvo colpi di scena nel giudizio d’appello, si sia macchiato, per ben due volte, di un comportamento che dimostra un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi, di chi guarda una partita credendo che si tratti di calcio vero, di chi ha visto penalizzare la propria squadra del cuore perché altre due hanno deciso di mettersi d’accordo sul risultato di una gara? Così, magari, la prossima volta che sentirà puzza di partite combinate Conte correrà subito a sporgere denuncia!
E allora, piuttosto che criticare Zeman, a nostro modesto avviso lei avrebbe fatto meglio a sostenere che le regole del calcio vanno cambiate, che non è accettabile che un allenatore che si è macchiato di due omesse denunce continui ad allenare durante la squalifica e a stare a contatto con gli atleti, specie con i giovani che si avvicinano al calcio che conta! No, non è questo l’esempio che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni!
Le stesse domande vorremmo rivolgerle a Maurizio Zamparini, considerato che nelle ultime ore anche il presidente del Palermo ha ritenuto di scagliarsi contro Zeman con la seguente dichiarazione: “Il tecnico boemo è una persona molto intelligente, sono rimasto sconcertato dal suo inserimento in una cosa in cui non deve entrare. Ci sono degli organi preposti”.
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