di Fabio Cantarella
Sta facendo il giro del web l’intervista esplosiva realizzata dai colleghi di “Repubblica”, e ripresa da www.sportmediaset.it, a Hristiyan Ilievski, uno dei capi della cosiddetta organizzazione degli “zingari” balzata alle cronache internazionali nell’ambito delle inchieste sul calcioscomesse aperte dalle Procure di Bari e Cremona. Latitante, è stato rintracciato in Macedonia dagli inviati di “Repubblica” ma si è concesso per una inquietante intervista che, ne siamo certi, sconvolgerà ulteriormente il sistema calcio.
La prima sconvolgente rivelazione fatta ai colleghi di Repubblica da Hristiyan Ilievski, che ha raccontato la sua verità ai giornalisti, è che: “Noi non organizziamo le scommesse, lo fanno i giocatori, noi compriamo le informazioni”. E poi una promessa che può anche suonare come una minaccia per qualcuno:”prima o poi -aggiunge Hristiyan Ilievski- verrò in Italia, mi farò un po’ di carcere, lo so. Ma non posso continuare a vivere qui in Macedonia. Chiarirò tutto e tornerò a casa mia, a Cernobbio”.
Si tratta di dichiarazioni sconvolgenti che sembrano dare ragione al lavoro portato avanti dalla Procura della Repubblica di Bari che sostiene il teorema investigativo secondo il quale la macchina delle scommesse sarebbe gestita da un gruppo importante, legato a squadre di Serie A, e non, come sostenuto invece dalla Procura di Cremona, da personaggi isolati e appartenenti alle serie calcistiche inferiori come Gervasoni e Carobbio.
Ilievski, infatti, sostiene che il suo “lavoro” e quello degli zingari sarebbe quello di raccogliere e comprare dai giocatori informazioni sicure su partite già combinate dagli stessi protagonisti per poi scommettere fortissimo, puntando anche in certi casi i soldi dei calciatori stessi. Come si può continuare a leggere sulla testata sportiva www.sportmediaset.it, su questo tema, Ilievski conferma che, oltre alla sua organizzazione, le combines sarebbero monitorate e usate anche da ben altre gruppi. Ecco quel che sostiene Hristiyan Ilievski:“Si mettono d’accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi, o quando noi le scopriamo ci puntiamo sopra forte. Altrimenti le vendono a qualcun altro. Alla mafia siciliana, a quella albanese, agli ungheresi oppure a Beppe Signori che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia. A tutti. Spesso sono gli stessi dirigenti dei club a mettersi d’accordo”.
Secondo Hristiyan Ilievski in Italia sarebbe tutto già deciso a tavolino prima della fine del campionato:“Alla fine dello scorso anno, sono venuto io personalmente in Italia. Era quasi tutto già deciso, chi vinceva lo scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in serie B. Quindi è stato un “festival”. C’erano sei squadre che ritenevamo affidabili: Sampdoria, Cagliari, Bari, Lecce, Siena e Chievo. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi“.
Lazio-Genoa del 14 maggio del 2011. Fatto l’elenco delle squadre, ecco quello delle partite. A cominciare dal match che rischia di essere l’epicentro delle inchieste penali e sportive delle prossime settimane: Lazio-Genoa 4-2, 14 maggio 2011:”Un sacco di soldi -racconta Hristiyan Ilievski agli inviati di Repubblica- li abbiamo fatti anche con Lazio-Genoa. È andata così: io cercavo da un po’ di parlare con qualcuno della Lazio, per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, vero, ma lì non ho incontrato nessuno. Però mi hanno detto: “Guarda che la partita è fatta. L’ha fatta Sculli. L’accordo è 1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera, anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio che doveva andare in Champions”.
L’informatore di Lazio Genoa? Ma chi è stato, in questo caso, l’informatore? Zamperini? “Il nome di Zamperini non lo farò mai. Gli ho rovinato la vita chiedendogli di trovarmi delle informazioni sul campionato di Serie A e adesso lo difenderò fino alla fine. Non sono come Gervasoni, uno che fa le estorsioni. Dopo la prima parte dell’inchiesta, quest’estate voleva andare da Mauri, “se non mi dà un milione di euro vado a Cremona e racconto tutto”, aveva detto. Quello che so io è che quella dritta era giusta, Sculli ha “fatto” la partita e io ci ho guadagnato un sacco di soldi. E come me mezzo Lazio, inteso come regione, lo sapevano tutti”.
E infine, Hristiyan Ilievski si lascia andare anche in una stima, tutta sua personale, sul numero dei calciatori in attività che scommetterebbero: “Sono una trentina, 90 per cento di squadre di serie B, il resto di A. I nomi non te li dico, io non sono uno scarafaggio, io gli scarafaggi li schiaccio, come dice Tony Montana (il personaggio interpretato da Al Pacino in “Scarface”: Ilievski se lo è tatuato sul polpaccio, ndr). Lo conosci, no? Ho letto Puzo, conosco a memoria Scarface: so come ci si comporta, io”.
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