di Gian Maria Tesei.
Anche se il Festival di Cannes 2020 non sì è effettivamente tenuto ( situazione avvenuta solo per la seconda guerra mondiale e per il Maggio del 1968)nelle sue date ufficiali, ossia dal 12 al 23 maggio , per la pandemia dovuta al Covid-19, la selezione presentata su Canal + dal delegato generale del Festival di Cannes Thierry Frémaux, assieme al presidente Pierre Lescure, mantenuto nel suo mandato per la terza volta consecutiva, sì è imposto fortemente all’attenzione generale. E lo ha fatto sia per la qualità delle pellicole che per le polemiche ingeneratesi per l’apposizione del famosissimo marchio con la “palma” sui 56 film che sarebbero stati alla kermesse e che saranno presentati in altre manifestazioni autunnali, ma di fatto impedendo la disponibilità per altri festival successivi che ospitano solo anteprime mondiali( leggasi Venezia…) che si terranno nei prossimi mesi.
Da un lotto, dal pregio elevato, di ben 2067 prodotti filmici ( mai raggiunta tale quota nella storia della kermesse), sono stati determinati 56 film (nel 2019 erano stati 59) a definire la “Sélection officielle”(Selezione Ufficiale) ed a rappresentare i prodotti cinematografici originari di 147 Paesi, con produzioni di director donne diminuite di due unità rispetto allo scorso anno ( sono quattordici)e con uno spazio significativo dato alle opere prime (15). La direzione ha inoltre deciso di sostituire i segmenti tradizionali “Compétition”, “Un certain Regard”, “Hors Compétition”, “Séances de Minuit”, “Séances Spéciales”, con nuove categorie, ossia “Les fidèles”, “Les nouveaux venus”, “Pre – miers films”.
Per quanto attiene alla filmografia italica, non è rappresentata da pellicole prime o di registi già affermati. A riguardo vi sono tracce d’italianità nella produzione italo-francese“Last Words”, del director Jonathan Nossiter,con Nick Nolte, Charlotte Rampling, la nostra, Alba Rohrwacher e Stellan Skarsgård, e l’Italia è presente solo, come ha asserito , forse anche un po’ ironicamente, Fremaux, con “La chasse à la truffè”, film realizzato nella nostra splendida penisola, ma targato USA( con la trama incentrata su un manipolo di cercatori di tartufo), con lo stesso direttore artistico, che citando la presenza di un film lituano , “in the Dusk” di Sharunas Bartas, ha affermato che vi sono pellicole di nazionalità generalmente non presenti, quasi a giustificare l’assenza di pellicole italiane.
E per quanto concerne le produzioni italiane è ancora da definirsi il percorso dell’ultima opera di Nanni Moretti (“Tre piani”) che probabilmente sarebbe stato inserito nella Sélection officielle, anche perché il regista di Brunico ha sempre avuto un ottimo rapporto con la Croisette tanto da ottenere nel 1994 il Prix de la mise en scène ( miglior regia) per “Caro diario” per poi vincere nel 2001 la Palma d’oro per “La stanza del figlio”, essendo inoltre insignito, nel 2012, di un’alta onorificenza quale il “Commandeur dans l’Ordre des Arts et Lettres”( ossia l’Ordine delle Arti e delle Lettere).
Ma forse lo stesso Moretti, in quest’annata così particolare, sta riflettendo sulle varie possibilità che possono prospettarsi, come la presenza al Festival di Venezia, l’assenza dai festival, con il film che approderebbe direttamente nelle sale; oppure ancora, rimandare il tutto al prossimo anno per potere accedere alla Selezione di Cannes del 2021.
Per quanto riguarda, in generale, la peculiare strategia del festival francese, cristallizzatasi in una nuova e momentanea forma, è quella di arrivare al 22 giugno, giorno d’apertura delle sale cinematografiche in Francia, con il surplus di interesse fornito dalle produzioni targate Cannes, per indurre il maggior numero di appassionati a superare le perplessità ed esitazioni al ritorno nei luoghi propri di visione dei film e riaccendere la scintilla di un intero settore.
Dopo due o tre mesi di sale chiuse in varie parti del mondo, che hanno scandito momenti anche drammatici per il comparto del cinema, quindi il cinema francese ed , indirettamente, anche quello internazionale punta sul traino dei film tradizionalmente presentati Palais des Festivals et des Congrès di Cannes, attraverso un ensemble di prodotti di un buon interesse mentre un gruppo composto da elementi rappresentativi del campo medico, del sindacato degli attori, maestranze e registi e dei produttori, ad Hollywood, per consentire il ritorno alle riprese sui set, ha approntato un codice comportamentale da adottare rigorosamente, fatto di controlli di temperatura, adozione di mascherine e pulizia delle mani costante, di assenza di spostamenti nel corso del periodo delle riprese e che consiste inoltre nella riduzione al minimo possibile delle prossimità degli attori, anche adoprando effetti digitali o modificando copioni. Insomma non vedremo nei film prodotti quest’anno incontri ravvicinati, corpo a corpo, amplessi o baci. O se li vedremo saranno “effetti speciali”…
ELENCO COMPLETO DELLA SÉLECTION OFFICIELLE
The French Dispatch di Wes Anderson
Eté 85 di François Ozon
Asa ga Kuru (True Mothers) di Naomi Kawase
Lovers Rock, Mangrove di Steve McQueen
Druk (Another Round) di Thomas Vinterberg
ADN (DNA) di Maïwenn
Last Words di Jonathan Nossiter
Heaven: To The Land of Happiness di Im Sang-soo
El olvido que seremos di Fernando Trueba
Peninsula di Yeon Sang-ho
In the Dusk (Au crépuscule) di Sharunas Bartas
Des hommes di Lucas Belvaux
The Real Thing di Koji Fukada
Passion simple di Danielle Arbid
A Good Man di Marie-Castille Mention-Schaar
Les Choses qu’on dit, les choses qu’on fait di Emmanuel Mouret
Souad di Ayten Amin
Limbo di Ben Sharrock
Rouge (Red Soil) di Farid Bentoumi
Sweat di Magnus von Horn
Teddy di Ludovic e Zoran Boukherma
February (Février) di Kamen Kalev
Ammonite di Francis Lee
Un médecin de nuit di Elie Wajeman
Enfant terrible di Oskar Roehler
Nadia (Butterfly) di Pascal Plante
Here We Are di Nir Bergman
Septet: The Story of Hong Kong di Ann Hui, Johnnie To, Tsui Hark, Sammo Hung, Yuen Woo-Ping, Patrick Tam e Ringo Lam
Falling di Viggo Mortensen
Pleasure di Ninja Thyberg
Slalom di Charlène Favier
Casa de antiguidades (Memory House) di Joao Paulo Miranda Maria
Broken Keys (Fausse note) di Jimmy Keyrouz
Ibrahim di Samir Guesmi
Beginning (Au commencement) di Dea Kulumbegashvili
Gagarine di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh
16 printemps di Suzanne Lindon
Vaurien di Peter Dourountzis
Garçon chiffon di Nicolas Maury
Si le vent tombe (Should The Wind Fall) di Nora Martirosyan
John and The Hole di Pascual Sisto
Striding into The Wind (Courir au gré du vent) di Wei Shujun
The Death of Cinema and My Father Too (La Mort du cinéma et de mon père aussi) di Dani Rosenberg
En route pour le milliard (The Billion Road) di Dieudo Hamadi
The Truffle Hunters de Michael Dweck di Gregory Kershaw
9 jours à Raqqa di Xavier de Lauzanne
Antoinette dans les Cévennes di Caroline Vignal
Les Deux Alfred di Bruno Podalydès
Un triomphe (The Big Hit) di Emmanuel Courcol
L’Origine du monde di Laurent Lafitte
Le Discours di Laurent Tirard
Aya to Majo (Earwig and The Witch) di Goro Miyazaki
Flee di Jonas Poher Rasmussen
Josep di Aurel
Soul di Pete Docter.
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