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Cantarella (Lega) su emergenza rifiuti: “Che fine ha fatto l’impianto di digestione anaerobica dell’umido che doveva sorgere a Pantano D’Arci?”
Pubblicato il 03 Marzo 2024
“Ritengo malsano il solo pensare di sostituire le discariche con un termovalorizzatore da realizzare a Pantano d’Arci per risolvere l’emergenza rifiuti a Catania”.
Così Fabio Cantarella, responsabile regionale dei dipartimenti della Lega ed ex assessore ai rifiuti della giunta di Salvo Pogliese, commenta le parole del sindaco di Catania Enrico Trantino in merito alla nomina del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata del sistema di gestione dei rifiuti.
“E’ da condividere la soddisfazione per la nomina di Schifani perché le infrastrutture nella gestione dei rifiuti sono determinanti e la Sicilia sconta una carenza ultraventennale. Ben vengano anche i tanto attesi termovalorizzatori ma con la loro giusta e sana funzione, nel rispetto dell’ambiente. Dovranno essere il terminale della gestione dei rifiuti -continua Cantarella- ma della loro porzione residua, quella non più tecnicamente differenziabile dopo aver affermato una raccolta differenziata vera e spinta. Pertanto prima occorre realizzare impianti funzionali alla gestione delle singole porzioni differenziabili: dall’umido, al vetro fino alla carta e cartone, plastica e alluminio. In merito, il sindaco Trantino faccia sapere ai catanesi che fine ha fatto il naturale, questo sì che non è inquinante, impianto di digestione anaerobica dell’umido che doveva sorgere a Pantano D’Arci e di cui a fine mandato avevo lasciato l’iter avviato.
Sia il Comune di Catania che la SRR, con tutti i sindaci dei comuni aderenti, a partire dall’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese, avevano approvato la relativa convenzione e la Regione guidata dall’ex governatore Musumeci, collega di partito del sindaco Trantino, aveva programmato lo stanziamento di fondi, era stato nominato anche un commissario per accelerare l’iter, tanto importante e strategica era ritenuta l’opera per l’ambiente e per sgravare la tassa dei rifiuti. Avremmo da una parte gestito in modo naturale, senza inquinare, l’umido, che è la frazione più importante della raccolta differenziata, dall’altra prodotto energia e rivalutato una struttura comunale, che rischia di finire nel degrado, con introiti per il Comune di Catania. Che fine ha fatto?”
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