“Se ci sei, batti un colpo” era il titolo di un articolo,dell’aprile del 1944, di Concetto Pettinato, direttore della Stampa di Torino, con il quale intendeva dare una sferzata ad un fascismo dormiente. Lo prendo in prestito e lo adatto alla bisogna.
Cara Destra, se ci sei batti un colpo. Perché in queste ore l’Italia sta affrontando una vicenda che tende a svilire il concetto di sovranità e di nazione.
Temi cari a te, cara Destra, qualsiasi aspetto tu voglia assumere, qualsiasi tono voglia darti, nazione e sovranità sono patrimonio del tuo dna. Ma tu sonnecchi, hai smesso gli abiti della rivoluzione e sei diventata contingenza. In politica, e non solo in politica, bisogna essere garanti delle proprie parole e non viceversa. Ricordati che la storia rimane aperta alle folate del giudizio, e un giorno di questa tua incapacità ad agire, di questa tua incapacità a far valere le tue idee e i tuoi valori ne dovrai dare conto. Perché i principi, cara Destra, devono trarre forza dalla loro evidenza, e non da un movimento dialogico tra vecchi compari chiusi in qualche circolo o attraverso qualche post baldanzoso su Fb.
A mio avviso si procede sempre dal voler essere all’essere, e non viceversa, ricordatelo. Sono lontanissimi i tempi quando preferivi la virtù utilitaristica dell’azione alla seduzione delle belle parole. Se ci sei batti un colpo, esci dalla palude delle divisioni, delle supposte purezze, dell’esasperato “ducismo”.
L’azione politica, quella fisica, deve attraversare il guado in parallelo con l’IDEA, perché urge creare un sentimento superiore ai particolarismi e superiore alle logiche da bottegaio. Nel passaggio dalle posizioni ideologiche all’isolazionismo del “io sono più puro di te” hai perso l’essenza della lotta, quella follia audace che giustificò il tuo inviolabile diritto di esistere, che tanto sacrifici, anche in termini umani, costò. Se ci sei batti un colpo, e riscopri la tua dimensione autentica, svegliati, accantona la contingenza e l’isolazionismo, le separazioni e il nulla cosmico dei quattro amici in sede. Il presente è lastricato di inganni, persecuzioni, miserie, e piccinerie.
Sei nata per imprimere il sigillo di una concezione differenziata di esistenza, e non di ostinati particolarismi e civettuole piccinerie. Quindi abbi il compito di provare a materiarla questa concezione, e di certo divisa e dormiente non riuscirai mai a farlo. Scolpisci l’azione e abbandona i vuoti dogmi buoni solo per le salsicciate tra vecchi compari. Allontanarsi dal frangente e votarsi solo alle incrostazioni ideologiche è deleterio e ti consegnerà ancora una volta in un vuoto esilio psicologico, nel cono d’ombra del nostalgismo.
Se ci sei batti un colpo, perché hai perso il cielo e la terra, e hai saldato il tuo destino alle logiche elitarie che sviluppano solitudini e distacchi dalla realtà. Bisogna compiere quel famoso “passaggio dalle rovine” sennò rimani sconnessa da tutto e da tutti e isolata nella tua inutile vanità. In piazza, vedo solo la sinistra con le sue sinistre rivendicazioni, eppure il caso della Sea Wacht 3 ti offre l’opportunità di urlare tutte le ragioni possibili e tutte le motivazioni immaginabili. Dovresti stare in piazza, cara Destra, unire le tue innumerevoli anime e dare una volta, per tutte, la certezza che tu esisti, che sei sveglia e arrabbiata.
Ma tu, cara Destra, non ci sei, soprattutto in questa città, ostaggio delle tue piccinerie, svuotata di qualsiasi forza reattiva, di qualsivoglia contenuto intellettuale, perché, cara Destra, hai dimenticato che l’IDEA che avanza, osa, e rischia è già vincente, oltre il fatto e oltre il significato.
Se ci sei batti un colpo.
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