«Vale più un principio costituzionale o le regole dell’Ue? Pongo questo tema. La Commissione europea potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale, che peraltro ho molto apprezzato, sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree e quindi sui limiti ai prezzi dei biglietti aerei. Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione che prevede che ad ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento, salvo i casi previsti dalla legge. In questo caso, ritengo che il governo italiano dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una “mobilità per censo”, per cui i ricchi possono viaggiare e i poveri no». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo stamattina alla trasmissione Agorà, su Rai3, in merito alla polemica sul caro voli.
Il governatore ha poi aggiunto: «Avevo segnalato già a dicembre dell’anno scorso il cartello tra Ita e Ryanair, nel senso che di fatto hanno stipulato un accordo tra loro per non farsi concorrenza, applicando prezzi al rialzo. E avevo già denunciato questo scandalo all’Antitrust sia durante il periodo natalizio che, poi, a Pasqua. Attendiamo risposta da quella autorità. Adesso il caso è esploso a livello nazionale ed è giusto risolverlo complessivamente. C’è da aggiungere che, Ryanair, da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro però intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022».
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