di Ignazio De Luca
“Quanto al secondo assunto, va esplicitato come il Comune di Catania non possa, legittimamente, rimettere il contenuto dei propri provvedimenti ad una sorta di negoziazione tra e con gli operatori del settore, allorché i risultati di quest’ultima diano luogo (anche se solo limitatamente a un periodo asseritamente transitorio) ad autorizzazioni per la gestione di impianti pubblicitari non conformi al Piano predetto;neppure potrebbe considerarsi legittima la concertazione, con gli operatori già presenti nel mercato di riferimento, di una qualunque forma di sanatoria delle pregresse situazioni di illegittimità, con cui si attribuisse alle autorizzazioni pregresse una valenza in qualche modo ultrattiva.”(sentenza CGA del 8 maggio 2015)
Sopra uno stralcio della sentenza che certifica l’illegittimità del famigerato protocollo d’intesa “rivoluzionario” che la “Bianco band” e “l’assessore 595 comma 3”, sottoscrissero con gli oligopolisti(regionali) del settore della cartellonistica.
Noi, (plurale narrativo, avvocato Grasso, per non scrivere gravi inesattezze su inesattezze gravi, nella prossima querela; Benanti non c’entra, sono Io che firmo il pezzo, il vostro incubo, Ignazio De Luca) sin da subito avevamo scritto che il “protocollo rivoluzionario” era un favore alle imprese oligopoliste del settore di 400 mila euro e complessivamente di un milione di euro.
Con un anomalia tutta catanese, la Procura della Repubblica, accoglieva una querela di un privato cittadino, assessore pro tempore della Giunta del podestà, pur denunciando noi su Iene Sicule, un atto emanato dalla Giunta Bianco. Teorizzavamo al cospetto del Piemme il difetto di legittimazione del querelante, ma l’Autorità inquirente decideva per il decreto di chiusura indagine, con tutti gli annessi e connessi, dei quali man mano daremo conto ai lettori, che ringraziamo per lo straordinario “botto” di accessi quotidianamente sempre più numerosi.
Stamani in Piazza della Repubblica l’annunciata iniziativa “antiabusivismo” sulla cartellonistica, organizzata dal Tavolo per le imprese, che ci ha dato spunti molto interessanti, con le riflessioni che giriamo ai lettori.
Il consigliere Notarbartolo che in consiglio ha presentato interrogazioni corpose sull’argomento, ha insistito sul nodo della legalità : bisogna fare presto e approvare un nuovo piano generale degli impianti per non perdere gettito finanziario e pregiudicare, ulteriormente, le disastrate casse comunali, prevedendo minori entrate per almeno due milioni di euro. Noi siamo scettici.
Per una ragione semplice. Ad un mese della sentenza del CGA, gli impianti fuori legge, oscurati dall’amministrazione, sarebbero, ci risulta, solamente 7, a fronte di centinaia abusivi. Non solo. Vorremo capire e sapere i motivi di questa “lentezza” ad applicare una sentenza inappellabile. Si continua a favorire una parte fuorilegge, che continua ad incassare soldi non spettanti. A chi giova?
E poi, gli abbuoni alle imprese oligolipoliste, convalidati da un protocollo fuori legge, che fine hanno fatto? Qualcuno in Procura, invece di interessarsi di fatti del 2009, ormai quasi prescritti, “commessi”dalla “destra reazionaria”, vorrà interessarsi di fatti del 2014, forse commessi dalla “Giunta primaverile”?
Nel video diamo conto delle minacce, “vie di fatto” ricevute da un operatore dei ricorrenti da parte del responsabile della Start, una delle ditte sanzionate dal Cga, mentre a riprova dello stretto legame tra questa amministrazione e le ditte oligopoliste della cartellonistica, abbiamo testimonianze dei colleghi giornalisti, che lo stesso responsabile della Start, non ha rilasciato dichiarazioni perché avrebbe provveduto, anche per la loro parte, un comunicato congiunto con l’ufficio stampa del comune! Evidentemente tra abusivi c’è un feeling essenziale… viva la legalità!
A proposito domani non mancate a Palazzo Platamone, si parlerà di legalità a Catania: fianco a fianco il sindaco e il Procuratore. Noi avremmo dato il nostro contributo, ma non siamo stati invitati. Pazienza, andremo al mare.