di Iena Antitossico
Stamani, nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, ha illustrato la vicenda dell’ex cartiera Siace, oggi restituita al patrimonio collettivo grazie all’intervento della Procura che l’aveva sottoposta a sequestro per ottenerne la bonifica.
Accanto a Giovanni Salvi, il comandante delle Fiamme Gialle catanesi, col. Francesco Gazzani e il sostituto procuratore Miriam Cantone.
Nel 1998, ha ricordato il procuratore Giovanni Salvi, l’area della Cartiera Siace fu sequestrata perché vi erano circa 1.500 tonnellate di amianto, costituenti le coperture in eternit dei capannoni industriali. L’immobile si era andato degradando sempre di più da quando la cartiera aveva cessato le – peraltro già assai modeste – attività. Le indagini sono state eseguite sin dal primo momento dalla Guardia di Finanza, compagnia di Riposto.
La Provincia Regionale di Catania, che nel 1999 aveva acquistato l’area, provvide a dare corso alle prescrizioni imposte dall’autorità amministrativa e da quella giudiziaria e dispose la bonifica del sito. La bonifica non fu però mai completata. Nel 2008 la Procura della Repubblica chiese e ottenne dal giudice il sequestro dell’area, vista la situazione di progressivo degrado dell’eternit e quindi dei gravi rischi per la salute pubblica. L’immobile, peraltro, veniva utilizzato persino per fini turistici (parcheggio per i bagnanti della vicina spiaggia).
Sulla base del nuovo provvedimento di sequestro si è infine ottenuta la completa bonifica del sito. Le coperture sono state tutte rimosse e smaltite. Tuttavia, in sede di ispezione fu rilevato che in alcune zone vicine ai capannoni potevano ancora vedersi frammenti di eternit. Fu quindi disposta una nuova verifica, con apparecchiature tecniche sofisticate, e con l’ausilio dell’Arpa di Siracusa e dell’Asp di Catania.
Sono così state individuate aree nelle quali è ipotizzabile che siano ancora presenti quantitativi di eternit. Procedono gli accertamenti per verificare epoca e quantità degli eventuali interri (e dunque responsabilità penali conseguenti) e le aree interessate sono state sottoposte a sequestro.
Allo stesso tempo, a seguito di una nuova ispezione, la Procura della Repubblica ha emesso un provvedimento di dissequestro dell’area, condizionato alla esecuzione di rigorose misure di prevenzione. Tutta l’area ormai bonificata dall’eternit è stata così restituita alla Provincia regionale, con l’imposizione di prescrizioni volte al monitoraggio delle acque e alla verifica della situazione ambientale complessiva. L’Asp e Arpa di Catania vigileranno sull’esecuzione delle prescrizioni e rilasceranno, di conseguenza, le necessarie autorizzazioni.
In questa maniera viene restituita alla collettività un’area di grande interesse ambientale ed economico. Nello stesso tempo si è accertato che la vicina cartiera, ex Keyes, è ormai in stato di degrado e si è provveduto al sequestro del sito, perché si possa provvedere alla bonifica. Si stima infatti che vi siano ancora 500 tonnellate di eternit, le cui condizioni di disfacimento costituiscono un pericolo per l’incolumità pubblica. Al termine di queste attività procedimentali l’intera area di oltre 40 ettari, potrà essere restituita alla collettività.
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