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Caso Gari-Fiumefreddo: e il prof. avv. andò in battaglia. Da solo. Perché l’altro legale del boss non ha firmato la ricusazione?
Pubblicato il 01 Luglio 2011
I media hanno dato ampio risalto alla notizia del rigetto da parte della Corte d’Appello di Catania dell’istanza di ricusazione del giudice Gari avanzata dal difensore del boss mafioso Pippo Ercolano.
L’avvocato Antonio Fiumefreddo ha perduto davanti ai giudici ed ora si appresta -secondo quanto dichiarato successivamente- a presentare ricorso per Cassazione. Errare humanum est, perseverare diabolicum? Noi attendiamo gli eventi e i provvedimenti giurisdizionali. Intanto, il prof. e avv. Fiumefreddo “incassa” una “sconfitta” che sa di “bocciatura” autentica, non fosse altro per come motivano il provvedimento i giudici. Ci sono -come ha già scritto ienesicule- chiari riferimenti al codice di procedura penale, che norma tassativamente i casi di possibile ricusazione. Ma siamo certi che l’avv. Fiumefreddo queste cose le sa benissimo.
Invece, quel che non è stato colto in questa surreale vicenda è un dato documentale: la ricusazione del dott. Gari è opera dell’avv. Fiumefreddo. Ma il boss Ercolano è difeso anche dall’avv. Francesco Antille, stimato professionista del foro di Catania che, però, non compare nella richiesta di ricusazione. Nelle carte dell’inchiesta “Iblis”, infatti, si evince con chiarezzacome Ercolano sia difeso da entrambi i legali per com’è ben evidenziato nell’avviso di conclusione delle indagini relativo a “Iblis”. Evidentemente non condivideva? O forse non è stato informato? O forse, ancora, per una strategia giudiziaria si è deciso di farla firmare ad uno solo dei legali (in questo caso sarebbe stato meglio farla firmare ad Antille così da renderla più credibile considerato che l’avv. di Antille non ha nulla di personale con Gari e Lomabrdo)? Non ci sono altre spiegazioni plausibili.
Ma siamo certi che il boss Ercolano e l’avv. Antille saranno stati tempestivamente avvertiti dell’iniziativa da Fiumefreddo. In ogni caso, a tutt’oggi, l’avv. Antille continua a non esprimersi sulla vicenda, a non rilasciare dichiarazioni, a non prendere posizione sulle polemiche scaturite dall’iniziativa del collega Fiumefreddo. Facezie? Quisquillie? Niente di particolare? Non ne siamo certi: di certo, c’è che Ercolano è ritenuto uno dei capi della mafia catanese. Un personaggio di grande spessore criminale, per il quale era stato disposto il 41 bis. Niente male: di mattina si può difendere Ercolano, di pomeriggio e di sera si possono fare operazioni “moralizzatrici” contro i “Poliici cattivi”. Siamo o no nella Sicilia di Pirandello?
Iena Maculata
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