Pubblichiamo l’editoriale del direttore Paolo Madron, datato 24 giugno 2012, pubblicato su “Lettera 43” quotidiano online indipendente…
“L’ex presidente dell’assemblea Dl era lautamente stipendiato dal tesoriere. Legalmente. Ma dovrebbe lasciare incarichi pubblici. di Paolo Madron
Devo confessare che comincio a provare sentimenti di umana comprensione per Luigi Lusi, che a Rebibbia starà meditando sull’ingratitudine dei suoi compagni di avventura politica. I quali, a cominciare da Francesco Rutelli, lo hanno scaricato come un perfetto lestofante e il peggior untore della specie.
DENARI PER TUTTI. In realtà, si viene a sapere, il tesoriere della Margherita veniva usato come un bancomat dalle varie componenti del partito che dovevano provvedere ai propri bisogni. Anche quando, e questo è il tocco di surrealtà, il partito confluito nel mare magno del Pd si era, politicamente se non giuridicamente, estinto da tempo. Certo, siccome l’appetito vien mangiando (chiamasi sindrome della cozza pelosa) e l’occasione fa l’uomo ladro, l’ineffabile Lusi ha avuto un occhio di riguardo anche al proprio tornaconto. Ma deve essere stato di una diabolica abilità se nessuno dei suoi colleghi si è mai sentito in dovere di chiedere niente. E soprattutto di guardare dove mai finivano le decine di milioni di euro che il rimborso elettorale faceva confluire nelle casse del partito.
IL SUPER STIPENDIO DI BIANCO. Esisterebbe un tabulato, il famoso tabulato Lusi, un file Excel che i magistrati stanno avidamente compulsando, e che stando alle indiscrezioni fa tremare molti. Però qualcosa di sicuro c’è già e, a quanto ci risulta, non è stato smentito. Per esempio la notizia che Enzo Bianco, ex sindaco di Catania e presidente dell’Assemblea della Margherita, abbia percepito negli anni per codesto incarico la sommetta di 5.500 euro al mese. Il tutto per un incarico, parole di Arturo Parisi intervistato all’Infedele da Gad Lerner, che lo avrà tenuto impegnato in tutto «per non più di due ore due ore e mezza».
600 MILA EURO IN TRE ANNI. Citiamo testuale l’articolo del Corriere della Sera che ha anticipato qualche settimana fa una prima ricostruzione dei flussi di denaro che gli arrivavano da Lusi. «Secondo questo rendiconto la Margherita negli ultimi tre anni ha versato all’attività politica di Bianco una cifra vicina ai 600 mila euro. Vale a dire: 186.639 euro nel 2009, 212.559,66 nel 2010 e 226.780,92 nel 2011. Nel 2009 i Dl pagano infatti al presidente dell’assemblea federale le spese telefoniche (sue e della sua segreteria), per la cifra annua di 7.478 euro, 47.969 euro per i suoi collaboratori a progetto, 7.501 di contributo Inpgi, 9.875 per lo stipendio di un altro dipendente, 10.680 euro per la pubblicità su Europa, 1.200 per un’iniziativa editoriale con l’Unità e il Riformista, 2.933 per l’acquisto dei giornali, e altri 41 mila euro per rimborsi spese per comunicazione e propaganda (oltre a quelli della M&S, si deduce). Nel 2010 e nel 2011, poi, tra le altre voci, compare un “rimborso spese” senza voci specifiche. E sono cifre importanti: 48.972,05 euro nel 2010 e 66.238 euro nel 2011».
QUESTIONE DI OPPORTUNITÀ. Soldi sporchi o finanziamenti illegali? Assolutamente no. In fondo, grazie a una sciagurata legge che si sono auto votati per aggirare il referendum che ne aboliva il finanziamento pubblico, i partiti si trovano a disporre arbitrariamente di cifre enormi senza che nessuno gliene chieda conto. Dovrebbero farlo gli organi di controllo interni, che in realtà sono i primi ad essere conniventi. Resta, grande come una casa , un questione di opportunità e di stile. Che vale in tutto il mondo ma non per la partitocrazia italiana. Se cominciasse a valere anche da noi, sicuramente l’anti politica troverebbe un terreno meno fertile su cui alimentarsi. Se noi fossimo Bianco, ad esempio, chiederemmo scusa alla pubblica opinione. E daremmo le necessarie doverose dimissioni da ogni incarico il cui compenso gravi sulle tasche dei contribuenti. Invece Bianco è ancora lì, più bianco e candido che mai, quando invece dovrebbe essere rosso di vergogna. Domenica, 24 Giugno 2012″
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