“Caso Margherita”, parla Luigi Lusi: ecco il “sistema di finanziamento dei politici della Margherita”

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L’ex tesoriere in carcere interrogato: “…io, Rutelli e Bianco facemmo un patto per la spartizione…”di Iena Fioraia (o Pizzaiola)Aumentano i dubbi: ma quanto sono costati questi fiori? O queste pizze?

Ore e ore di interrogatorio in carcere: l’ex tesoriere della “Margherita” Luigi Lusi ha riferito ai magistrati. Ha ricostruito “il sistema di finanziamento ai politici della Margherita”. In particolare, ha consegnato le mail che ha scambiato con Francesco Rutelli nell’ambito di quel “patto di spartizione stretto nel 2007 al momento dello scioglimento del partito al quale partecipò anche il presidente dell’assemblea Enzo Bianco”.

Diventa più forte, quindi, l’impianto dell’accusa contro Lusi. Si apre anche un’altra fase d’indagine con le verifiche sui nuovi documenti che a partire da domani saranno affidate alla Guardia di Finanza. Per questo i legali di Lusi hanno deciso che chiederanno la sua scarcerazione solo quando sarà finita la fase di ricerca dei riscontri.

Francesco Rutelli ha commentato: “Se è vero che ha detto di aver concordato con la ‘corrente rutelliana’ le operazioni di ladrocinio a beneficio personale e dei suoi familiari, significa che Lusi vuol fare la fine di Igor Marini». Marini fu condannato a 10 anni di carcere anche per calunnia a danno di Rutelli.

Esiste un preciso momento nel quale –nella ricostruzione dell’ex tesoriere- si decise di spartirsi i soldi provenienti dai rimborsi elettorali. “È nel 2007, al momento dello scioglimento della Margherita per la fusione con i Ds” in quanto, sostiene Lusi “non volevamo che il denaro finisse nelle casse del Partito democratico e dunque io, Rutelli e Bianco facemmo un patto per la spartizione”.

Ha altresì affermato Lusi: “Dal 2001 al 2007 il controllo sui bilanci del partito era regolare e rigoroso. Verificavo ogni richiesta e moltissime le rispedivo indietro. Quando il partito si è sciolto ho effettuato soltanto un controllo formale, dunque era meno accurato e non riguardava le entrate e le uscite”. Proprio in quella fase “effettuai –ha detto Lusi- gli investimenti immobiliari per conto della corrente rutelliana. I soldi destinati a me li ho effettivamente usati per i viaggi e per altre spese personali, compreso il trasferimento all’estero. Ma gli immobili sono tracciabili, sapevo che sarebbero dovuti rientrare nella disponibilità del partito. Io li ho acquistati in veste di fiduciario”.

L’avvocato della Margherita Titta Madia ha dichiarato: “la corrente rutelliana, di cui parla Lusi, non è né un nome né un cognome. Il senatore abbia il coraggio di fare i nomi una volta per tutte”.

Lusi è tornato a parlare dei soldi che avrebbe dato a Enzo Bianco come stipendio mensile e per finanziare la società del fratello della segretaria. Ha aggiunto dettagli anche sul finanziamento in favore del sindaco di Firenze Renzi. Una delle email scambiate con Rutelli sarebbe riferita proprio a questa circostanza.

Renzi aveva dichiarato: “È bene che Lusi dica tutto quello che sa, davvero tutto, e faccia chiarezza. Il fatto che abbia aspettato di essere arrestato per farlo è un po’ triste. Ma io ora spero che dica tutto quello che deve dire. Ci sono stati contributi anche di Lusi alle iniziative alla Margherita a Firenze, ma non hanno riguardato le mie campagne elettorali. Io i soldi li avevo chiesti alla Margherita, ai Ds e al Pd ma non li ho avuti: non ho avuto un centesimo di finanziamento pubblico”.

Il calcolo di Lusi sulla spartizione prevede che ci sia stata una suddivisione di “almeno 10 milioni per ogni corrente: io davo i soldi, come li usassero non lo so perché, come ho detto, non effettuavo controlli, né pretendevo più di avere le pezze di appoggio”.

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Redazione Iene Siciliane

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