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Caso Misterbianco: il M5S “poteva non sapere” che la Puglisi del ruolo di consigliere ne ha fatto professione?
Pubblicato il 03 Settembre 2018
La questione va affrontata col piglio d’un grillino: il M5S nulla ha da dire sulla “portavoce” Valentina Puglisi, che della carica di consigliere ne ha fatto professione.
Titolare di una cattedra elementare in provincia di Torino, la Puglisi, da settembre – notizia apparsa sul Corriere – non va a lavorare, sfruttando i permessi che la legge le concede per il ruolo consiliare, che a Misterbianco certo sarà intenso. Fra l’altro, qui sta il punto, non avendo chiesto alcun congedo, piglia pure lo stipendio, si apprende sempre dal “Corriere”. Del resto, è la Puglisi stessa a confermarlo in un passaggio struggente della nota dolente che, manco a dirlo, su facebook ha pubblicato: “se avessi chiesto l’aspettativa non solo avrei perso lo stipendio – scrive – ma avrei perso l’anzianità di servizio e la possibilità di ottenere una cattedra vicino casa”. Dunque, di fare il consigliere gliel’ha prescritto il dottore. Continua a percepire lo stipendio da insegnate, è vero, però, in coscienza, ha destinato a delle cause il gettone di presenza: roba da casta, insomma. “Di-mi-ssio-ni! – O-ne-stà!- Di -mi-ssio-ni – O-ne-stà!”, così il grillino avrebbe cantato all’avversario appena sgamato.
Vabbé che nel Movimento “uno vale uno”, ma visto che proprio a Misterbianco la pentastellata Jose Marano all’Ars è stata eletta deputato, la domanda va ancora domandata: potevano non sapere che la Puglisi del ruolo di consigliere ne aveva fatto professione?
Intanto, a Torino, l’ufficio scolastico provinciale ha aperto un’indagine: quello di Valentina Puglisi è già un caso… di squola.
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