(ANSA) – CATANIA, 22 GEN – È definitivo il dissequestro dei beni dell’imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo. Lo ha deciso la quinta sezione della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura generale di Catania contro il provvedimento della Corte d’appello che, il 24 marzo 2020, aveva disposto la restituzione di tutti i beni a Mario Ciancio Sanfilippo e ai suoi familiari, ribaltando la decisione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale.
Tra i beni dissequestrati, per un valore stimato in 150 milioni di euro, anche le società che controllano il quotidiano La Sicilia e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor. Il sequestro finalizzato alla confisca era stato eseguito il 24 settembre del 2018.
Per l’avvocato Carmelo Peluso, uno dei legali dell’imprenditore ed editore catanese, “con questo provvedimento si è raggiunta la certezza che Mario Ciancio Sanfilippo non ha mai avuto vantaggio da alcun gruppo mafioso e che tutto il suo patrimonio è frutto di una lunga vita di lavoro appassionato e intenso, supportato dall’impegno e dai sacrifici dei suoi tanti collaboratori”. La decisione di oggi dà certamente serenità anche a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano nelle aziende del Gruppo e che hanno sempre confidato nella giustizia giusta”.
“Poiché i temi del procedimento di prevenzione sono identici a quelli trattati nel processo di merito – dice l’avvocato Peluso – la decisione odierna consente di affrontare anche quest’altro dibattimento con maggiore serenità. Oggi non celebriamo con enfasi una vittoria, possiamo dire soltanto che tutte le ragioni della difesa sono state ritenute valide. Ma i tanti anni trascorsi, quasi 5 per la misura di prevenzione e 9 del processo di merito ancora in corso, faranno sempre ricordare il penoso calvario che ha condotto a questo risultato“.
Dopo un lungo procedimento di prevenzione in cui sono stati messi sotto la lente di ingrandimento tutta la vita e l’intero patrimonio di Mario Ciancio Sanfilippo, e’ emerso in modo definitivo e inconfutabile che il nostro assistito ha sempre agito rettamente, senza scendere a compromessi con ambienti criminali”. Lo affermano gli avvocati Giulia Bongiorno e Francesco Colotti del collegio di difesa dell’imprenditore ed editore catanese sulla decisione della Suprema Corte che ha dichiarato ‘inammissibile’ il ricorso della Procura generale di CATANIA. I due penalisti esprimono “soddisfazione per l’esito odierno della Cassazione, consapevoli che questo provvedimento sara’ decisivo anche per il procedimento di merito”.
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