Catania. A distanza di quindici giorni madre e figlia neonata muoiono al “Garibaldi Nesima”. Indaga la Procura di Catania

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di iena denunciante

Da quotidianamente.net (notizia riportata anche dal telegiornale di Rete 4) vi proponiamo la drammatica vicenda di una giovane donna e della figlia appena nata, morte al “Garibaldi Nesima” di Catania per un presunto caso di malasanità secondo la denuncia presentata dai familiari. Una storia agghiacciante, la madre che muore durante il parto e la figlia che lotta per due settimane con una violenta infezione che alla fine la strappa alla vita. Ecco cosa scrive il portale quotidianemente.net che dà la notizia ed informa di due esposti presentati dai familiari della giovane madre per far luce sulla vicenda. Indaga la Procura della Repubblica di Catania.

Il suo compagno che l’ha vista morire a 35 anni dopo il parto ha parlato subito di malasanità rivolgendosi alla procura di Catania per indagare sui dieci giorni di degenza al «Garibaldi Nesima» culminati nella morte di Josefa Cavallaro, diventatamamma senza poter nemmeno vedere la piccola Aurora che, dopo appena 15 giorni di vita, si è spenta nella sua incubatrice per una strana infezione, altro sospetto di malasanità sfociato in una nuova denuncia e in una seconda autopsia programmata sul corpicino della piccola per domani pomeriggio. È il calvario di Domenico Palomba, agente scelto della Guardia di Finanza, 37 anni arrivato da Torre del Greco che si era innamorato di Josefa, una bella donna che aveva già avuto due bimbi da un precedente matrimonio andato male. E Palomba aveva messo su casa per tutti, come fosse il papà dei due piccoli, felice a settembre quando il ginecologo annunciò che Josefa era in attesa. Una gestazione serena, fino alla trentunesima settimana, quando in seguito a dolorose contrazioni, su consiglio della sorella, il 2 aprile la donna decise di rivolgersi al pronto soccorso del «Garibaldi Nesima». Ricoverata al reparto di ginecologia, controllata dal responsabile del pronto soccorso ostetrico Michele La Greca, rimasta sotto intensa terapia, la mattina dell’11 aprile lei protestò perché il braccio si era gonfiato per una flebo mal controllata. «Non so se l’ago era andato fuori vena o se era accaduto qualcosa di peggio, ma fu diagnosticata una flebite al braccio sinistro », scrive adesso il finanziere al sostituto procuratore Salvatore Faro spiegando la tragedia del giorno successivo. «La situazione deve essere precipitata e il 12 aprile, alle due del pomeriggio, hanno deciso di portarla in sala parto, senza neanche avvertire i parenti. Per fortuna mi chiamò una signora ricoverata nel letto accanto…», ricostruisce Palomba…” clicca qui e continua a leggere alla fonte

Vedi anche il servizio proposto dal telegiornale di rete4

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Redazione Iene Siciliane

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