Mattinata di protesta in una scuola dei “Cappuccini”…di iena senza bandiera
Mentre l’assessore alle politiche scolastiche Valentina Scialfa afferma che la colpa è delle passate amministrazioni e che la soluzione arriverà a breve (conserveremo memoria di questi impegni), ai “Cappuccini”, in un pezzo del centro storico cittadino, a poche decine di metri dall’ospedale “Vittorio Emanuele”, esiste da anni una scuola…”dimezzata” da tempo. E’ la “Giovanni Paolo II”.http://www.ienesiciliane.it/cronaca/13435-catania-innovativa-a-lezione-con-giubbotti-sciarpe-e-guanti-stamane-protesta-alla-scuola-giovanni-paolo-ii-andrea-doria-di-via-case-sante.html
Scenario: una serie di disservizi, con la “chicca” di un impianto di riscaldamento che esiste solo sulla carta: non c’è l’allacciamento necessario per farlo funzionare, ergo i bambini in questo periodo si devono arrangiare con guanti, sciarpe e altro.
Stamane, un gruppo di genitori ha protestato, ricordando i disagi di ogni giorno, assieme al loro rappresentante del consiglio d’istituto Francesco Duca e al consigliere comunale Alessandro Messina del gruppo consiliare di centrodestra”Tutti per Catania”.
Sono arrivati i tecnici del comune, per l’ennesimo sopralluogo.
Il preside Vincenzo Costanzo, che è arrivato nel settembre scorso, ha risposto alle domande dei cronisti: “non ci sono tempi precisi -ha dichiarato- qualcosa si sta muovendo, purtroppo per le pubbliche amministrazioni c’è da aspettare per determinate esigenze e tempi”.
Ci sono aspetti -tanto per cambiare -surreali in questa nuova “pagina del servizio pubblico che non c’è”: l’impianto della caldaia non è stato mai collaudato -come ricorda Duca. I problemi si sommano ai problemi. “Sono 5 anni che aspettiamo” -ha affermato Duca.
Andiamo all’elenco delle “incompiute”: l’accesso per i disabili è, come dire, “frenato” dai continui allagamenti, l’impianto elettrico non regge il carico e così le stufe approntate per l’emergenza si spengono. Niente male. Potenziare l’impianto quando?
Il cortile è stato -come dire- messo in sicurezza isolando una zona con un catenaccio; non solo, in passato, i problemi di sicurezza generale si sono riproposti.
Un immobile di proprietà pubblica, invece di essere utilizzato per la collettività, resta in queste condizioni (vedi foto in alto), finale: fra un mese ci torneremo. Al di là di Stancanelli e Bianco, del Catania e del Palermo, della Roma e della Lazio, vedremo se le cose si fanno. Sul serio.
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