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Catania Abusiva Dal Vivo, Ivan Maravigna (comitato residenti corso Sicilia): “Prefetto chiudi la fiera”. Ma l’emergenza Coronavirus viene prima dei voti, vero Pogliese?
Pubblicato il 07 Marzo 2020
La “Fiera” va chiusa, o almeno sospesa per il momento vista l’emergenza Coronavirus. Per questo si raccolgono le firme.
È quanto chiede l’avvocato Ivan Pietro Maravigna, portavoce comitato dei residenti di corso Sicilia, “in applicazione del D.P.C.M. “Misure per il contrasto ed il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Virus COVID – 19”, si legge nella lettera inviata al Prefetto.
“L’art.1 del D.P.C.M – sostiene il legale – indicato in oggetto recita, alla lettera b), “sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato, che comportino affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Il successivo art. 3, “Monitoraggio delle misure” recita:” il Prefetto territorialmente competente monitora l’attivazione delle misure previste dal Decreto da parte delle amministrazioni competenti”.
Orbene, come noto alla Ecc.Vs., nel cuore della città di Catania, nel centralissimo quartiere orbitante attorno al Corso Sicilia, insiste da anni, in maniera progressivamente sempre più sregolata e fuori da ogni controllori legalità igienico sanitaria ed amministrativa, il mercato ambulante denominato “Fera o Lune”. È fatto universalmente noto – continua l’avvocato – che il numero degli operatori presenti sovrasti di gran lunga quello delle licenze regolarmente concesse dall’amministrazione comunale di Catania e che la portata numerica dell’abusivismo ivi presente sia tale, per l’insufficienza di uomini e mezzi (ma ci sia lecito dubitare della mancanza di volontà politica) della pur volenterosa Polizia Municipale di Catania, da ritenere impensabile una seria strategia di contrasto a tale diffusa e quotidiana illegalità.
Le conseguenze per la qualità della vita degli abitanti del quartiere, devastanti ed anch’esse tristemente note, sono sotto gli occhi di tutti: sporcizia, disordine, illegalità, degrado – afferma ancora- evidenziando le mancate azioni da parte delle amministrazioni comunali volte a ripristinare regole e legalità.
“Non è necessaria alcuna allegazione di documentazione fotografica per provare che, all’interno della Fiera di Catania, è impossibile il rispetto “della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro prevista dal Decreto” – sostiene.
L’autorità amministrativa, nel caso di specie l’amministrazione comunale di Catania, è obbligata alla sospensione della Fiera e l’Ecc.ma Vs. Ill.ma , ai sensi dell’art.3, “al monitoraggio sull’attivazione da parte dell’amministrazione comunale di Catania delle misure previste dal Decreto” A meno che, per norme sconosciute e ragioni per gli scriventi imperscrutabili, il Corso Sicilia e Piazza Carlo Alberto siano sottratte alla sovranità nazionale e godano di un regime di extraterritorialità che consentano la non applicabilità, sui luoghi predetti, del Decreto Ministeriale”.
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