C’è da buttare fuori -ma in modo soft- un centinaio di persone, che “vivono” nelle baraccopoli, a ridosso di banche e palazzi di gente perbene, che protesta. Ma la “ferita storica” di San Berillo Vecchio sta per guarire: proprio a pochi mesi dal voto. Ma, a proposito, la Procura della Repubblica non stava indagando sulla vicenda? Ha finito di indagare?
Peccato, però, che c’è da “sistemare” (magari non per le feste) le persone, in gran parte bulgari, che “vivono” nelle baraccopoli nate nelle aree del Corso dei Martiri. Presto o tardi dovranno andare via, ma dal comune fanno sapere che non ci saranno “blitz” (tipo quello del novembre 2005, quando mancò solo Rambo). Si cerca una soluzione per queste persone: esiste un “tavolo” all’assessorato alla solidarietà sociale. Tre le ipotesi: rimpatrio, una diversa abitazione in altra zona, percorsi di ingresso nel lavoro. Per adesso, ci sono solo rifiuti, sporcizia, spazzatura ovunque. Due pastori protestanti accolgono con più di una critica i giornalisti sulla falsa riga de “tutti qui adesso? E dove sono stati finora?” Non mancano critiche nemmeno alla Petyx e al suo “servizio-choc”. Criticano l’approccio alla questione. E’ vero: per anni c’è stata poca o nulla attenzione, ora gli annunci del sindaco hanno fatto alzare “l’audience”. Sarà un caso? La maggior parte delle operazioni avverranno però nei prossimi giorni: da domani ci saranno gli operai per la realizzazione dei rattoppi nel muro di cinta e, solamente successivamente, verranno liberate le aree occupate.
E la “gente perbene” (quelli della legalità e dell’antimafia) di questi diritti negati -diritti sociali negati, democrazia violata- non si preoccupano tanto: non hanno risvolti elettorali. Magari nel quartiere si accusa questa gente di tutto: chi sta in basso viene trattato così, non lo scopriamo noi.
Ma lo sviluppo -tradotto, le costruzioni- potrebbe avere qualche “intoppo”: ci sono o no i soldi delle banche per l’operazione? Ma siamo sicuri: su tutto vigila la Procura della Repubblica: possiamo dormire. Tranquilli.
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