di iena marco benanti
Bastano 90 minuti, quanto la durata di una partita di calcio, per mettere in ginocchio Catania, la nona città d’Italia. Quando piove, anche per poco, è sempre un dramma o quasi. Ieri, si è sfiorata la tragedia, che sono già avvenute in altri anni. Sempre in occasione di temporali.
Questo non è normale.
E di fronte ad una situazione non normale qual è la risposta di chi amministra? Colpa di altri, del passato, degli altri comuni. Per il resto, secondo l’amministrazione Trantino non c’è da chiedere scusa ai cittadini. Nulla, tutto quello che si poteva fare è stato fatto. Naturalmente, è già scattato l’applauso social (l’unica cosa che sembra interessare al Palazzo) della “curva” che si mette in moto difendendo un’amministrazione che fa acqua da tutte le parti, sia sul piano della qualità degli assessori sia sul piano dei risultati finora raggiunti Lo dice l’Evidenza. Ma come “ragionare” con i “tifosi della curva”? Tempo perso.
Andiamo ai fatti: quindi, Catania ha mostrato il volto dell’inadeguatezza anche per un fenomeno di pioggia relativamente breve. Il numero di caditoie che -basta solo farsi un giro per la città- non hanno manutenzione adeguata è notevole. Basta girare per la città, non sui social.
La risposta social di sindaco e vicesindaco rientra nei canoni rituali di questa amministrazione. In sostanza: negare tutto, in alcuni casi tirare fuori argomenti surreali o ridicoli, indirizzare le responsabilità verso altri, “compattare” i “tifosi della curva” (che si fa trattare da “curva”) su quello che si farà (quando? Come? Dove? In che tempi?).
Film già visto. Altro elemento della “tecnica” è quella del trasmettere “impotenza”: non è colpa mia, io che ci posso fare? Detto da chi fa il sindaco, detto da chi ha responsabilità amministrative enormi. Esempi: su Corso dei Martiri, una delle peggiori “ferite” della città. Ebbene, a sentire Trantino lui può fare poco o nulla. Peccato che esista una convenzione firmata da comune e privati. Violata. E dire che il sindaco fa di professione l’avvocato. Le convenzione hanno vigenza, come questa. E servono a richiamare le parti alle proprie responsabilità.
Nel caso della città allagata, c’è un dato politico prima di tutto: il sindaco non è un “uomo nuovo”: nella scorsa amministrazione è stato assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica. Qual è stato il “fatturato amministrativo”, quali i risultati della sua azione, anche sul problema allagamento?
Trantino ha ricoperto ruoli politici nel centrodestra catanese e siciliano per anni e anni: negli anni Ottanta era già consigliere comunale. Bene, negli ultimi 24 anni Catania è stata amministrata in larga parte dal centrodestra. Quando gli amministratori del comune scrivono che ci sono opere da fare per affrontare il problema dell’acqua che inonda Catania dovrebbero spiegare cosa non è stato fatto da decenni. Dal centrodestra, in primis.
Ancora: il sindaco nella sua “risposta social” sembra quasi dare la colpa agli altri comuni etnei. Ora c’è da farsi un paio di domande: chi è il sindaco metropolitano che dovrebbe coordinare i comuni nell’affrontare questi problemi? Seconda domanda: Trantino dice, c’è troppo cemento. È la stessa persona che ha buttato colate di cemento nella pista ciclabile di via Tempio e nella piazza Cardinale Pappalardo? È lo stesso sindaco che ha assentito, insieme al predecessore Pogliese (stesso partito) alla costruzione di due supermercati (penalizzando due scuole) che si aggiungono a quelli nati come funghi a Catania e provincia?
Il comune perchè non fa rispettare l’obbligo previsto dalla normativa di prevedere superfici drenanti nei parcheggi a servizio delle opere che vengono realizzate (supermercati ad esempio, nuovi edifici, etc)?
Inoltre, perchè non rivedere il contratto di servizio di Multiservizi per operare su molte più caditoie. I soldi non si trovano per le aziende pubbliche? Peccato, perchè per i privati si trovano sempre…Vecchia storia: per il Palazzo vige preminente l’interesse pubblico o quello privato?
A proposito: la pista di via Tempio è o no figlia di una scelta folle dal punto di vista amministrativo? Con costi notevoli (denari pubblici), con ritardi su ritardi nella costruzione, con una situazione che preoccupa in termini di sicurezza (è una delle vie di fuga principali in tema di protezione civile) chiunque sia abituato laicamente a guardare alla cose e non al “tifo” con le “bandierine”.
A questo proposito, sarà difficile dimenticare la “malacumpassa” del vicesindaco e assessore all’urbanistica La Greca che tre giorni fa aveva rassicurato tutti in tema di flusso d’acqua nella via.
Lo “spettacolo” del “virtuale” e del “non fatto” continua.
Ps: nel frattempo, ma cosa dicono gli uomini impegnati, tipo l’arcivescovo (sferzante contro la “mala politica”) e quel magistratoimpegnatoneilibri, che tanta memoria fa e tanti “Like” acchiappa sui social? Che silenzi…
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