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Non si può non condividere il feroce sarcasmo di Raffaele Lombardo sul sindaco di Catania Enrico Trantino (una specie di Chiara Ferragni) di cui è peraltro sodale e compare nell’amministrazione comunale (il che dice molto della complessa controversa personalità di Lombardo).
Un paio di giorni fa, un contorto comunicato sulla prima pagina del tomo Catania del quotidiano cittadino con foto documentale a colori informava di una visita, ritengo all’ora del the recando in dono, come da consuetudine, le paste di mandorla, al ministero Imprese e Made in Italy (acronimo Mimit) particolarmente gradite al ministro acitano Urso che, per l’occasione, ha intonato in falsetto la cavatina pucciniana “Mi chiamano Mimit”.
Il sindaco è stato rassicurato sui nuovi investimenti a Catania, che poi sono sempre gli stessi che sapevamo, e già la cosa è sospetta; ma poi a che pro questa fuffa?
Giorni fa, un’autorevole associazione imprenditoriale aveva chiesto un incontro col sindaco sulla cinquantennale questione delle aree di corso dei Martiri; considerato che anche altre associazioni avevano sollecitato un incontro sul tema si era convenuto di vedersi tutti insieme; poi un tartufesco articolo sul quotidiano informava che “i privati” erano stati diffidati e un altro successivo, meno tartufesco, che l’Amministrazione era in attesa di risposte, ma nel frattempo continuava col solito andazzo. L’incontro sollecitato non si sa quando dovrebbe avvenire.
Insomma, il sindaco e gli uffici non affrontano le principali questioni dalle quali dipende il rilancio di Catania che, recita il comunicato, rappresenta il 15% del pil regionale. L’ufficio stampa del Comune capisce che con questi comunicati espone l’Amministrazione a forti polemiche?
Il piano regolatore portuale, con documentazioni secretate perché “sarebbe irrituale” metterle a conoscenza del Consiglio che dovrebbe esprimersi al riguardo, lascia i cittadini col fiato sospeso anche sul versante dell’istanza “aprire il porto alla città”, che non va posta nei termini in cui si pone.
Chi scrive ha letto “Strategia del colpo di Stato – manuale pratico” di Edward Luttwak dove è felicemente esposta l’esortazione alla pazienza e al sacrificio (degli altri) in vista del sol dell’avvenire.
La “luna di miele” del sindaco è finita da tempo e la città chiede serietà, fatti concreti e di aver risparmiate le sceneggiate.
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