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Catania. Aumento Tari, nota unitaria dei sindacati: “La città è sempre più sporca, eppure il cittadino dovrà sborsare una tassa sui rifiuti più alta, nonostante ne paghi già una che è tra le più alte d’Italia. Perché non sono state recuperate le sacche di evasione?
Pubblicato il 01 Settembre 2022
L’aumento della Tari è stato approvato dal consiglio comunale come “inevitabile conseguenza del Piano economico finanziario”. In parole povere, i cittadini catanesi dovranno pagare di tasca propria le conseguenze del vecchio dissesto per sfuggirne un altro senza che nulla sia stato fatto per evitarlo. Ciò avverrà gravando proprio sulla tassa legata alla raccolta dei rifiuti, ossia il servizio comunale che più di ogni altro rivela anche visivamente l’inefficienza delle istituzioni locali a Catania.
Per il 2022 l’impatto di tale aumento causerà una batosta per i contribuenti di altri 16 milioni di euro, pari cioè al 18% del valore della Tari.
Per Cgil, Cisl e Uil ci si trova di fronte a un paradosso difficile da accettare: la città è sempre più sporca, eppure il cittadino dovrà sborsare una tassa sui rifiuti più alta, nonostante ne paghi già una che è tra le più alte d’Italia. Non è difficile pensare che pure stavolta a mettere mano al portafogli sarà quel 40 per cento dei catanesi che onora le tasse anche al posto degli evasori.
Ci chiediamo però se sia realistico il paventato scenario del possibile nuovo dissesto addebitabile a un mancato aumento della tassa sui rifiuti. La domanda è d’obbligo, visto che con la grave decisione di approvarne l’aumento, al cittadino viene chiesto di fare la propria parte per scongiurare conseguenze peggiori, come se fino ad oggi ciò non fosse già accaduto e a caro prezzo.
Che cosa ha fatto in concreto l’amministrazione comunale per recuperare le estese sacche d’evasione? Il quesito è d’obbligo visto che risulta sin troppo evidente l’atteggiamento istituzionalmente e politicamente mediocre che ha portato alla scelta di non investire idee ed energie su tale lotta e sul recupero forzato laddove possibile.
Quali e quanti sono i proventi che derivano dalla cessione delle materie prime al Conai, recuperate con raccolta differenziata, quali carta, vetro e metalli?
Cgil, Cisl e Uil di Catania chiedono intanto al Comune di impegnarsi al massimo affinché l’aggravio venga realmente neutralizzato tramite il trasferimento di risorse nazionali da parte della Regione Siciliana, così come ipotizzato.
È necessario inoltre che l’amministrazione comunale accetti quello che da anni è sotto gli occhi di tutti: le grandi decisioni andrebbero condivise con le forze sociali della città. Sarebbe un segnale di grande saggezza civica e istituzionale. Non è mai troppo tardi per rendersene conto.
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