Catania brucia. Il grido della società civile: “E’ ora di reagire”


Pubblicato il 04 Agosto 2021

Gli incendi che nei giorni scorsi hanno devastato le periferie sud di Catania e raso al suolo l’Oasi del Simeto, continuano a divampare nel dibattito politico. Da Legambiente al magistrato Sebastiano Ardita, da “I Siciliani” a vari esponenti della società civile catanese e del sindacato, sono partite le accuse contro la negligenza delle istituzioni regionali e locali ma anche contro quel “blocco di potere trasversale” che si è materializzato con una sola voce nella solidarietà e nella promessa di sostegni economici all’imprenditore Melo Raciti, titolare del Lido “Le Capannine” – nelle cui adiacenze, qualche tempo da fu rinvenuto un arsenale (si precisa che l’imprenditore Raciti non ha precedenti per mafia) – mentre le fiamme distruggevano le case dei cittadini e una delle riserve naturali più importanti della Sicilia. Ed è contro quel “blocco di potere trasversale” che in tanti, ieri, hanno levato la loro voce.

Per dire che è arrivato il tempo di reagire, di anteporre i beni pubblici a quelli privati, di fare massa critica contro le devastazioni e il saccheggio del territorio, di non rimanere più in silenzio di fronte ad una città ostaggio, come dice Giusi Milazzo del Sunia regionale, “delle trame di potere che tengono in scacco la comunità”. Tra gli interventi più decisi e coraggiosi, quello del docente e sindacalista Michele Vivaldi che in un post su Facebook ne le ha mandate a dire: “Nei giorni scorsi – attacca Vivaldi – Catania è stata duramente ferita dalle fiamme dell’incuria e della mala politica. San Leone, Fossa della Creta, San Berillo nuovo, San Giorgio, l’Oasi del Simeto e la vicina Vaccarizzo. Luoghi di periferia, serbatoi di voti per le elezioni, luoghi abbandonati e spesso di disperazione. Luoghi di lavori poveri e grigi, spesso non luoghi.

Ai cittadini, ai lavoratori di questi luoghi sarebbe dovuta andare la solidarietà reale delle Istituzioni e dei corpi intermedi della società catanese, insieme alle scuse della Catania bene, un blocco sociale trasversale che invece, in alcuni casi dimenticando l’altissimo tributo di sangue pagato dal movimento sindacale nella lotta alla Mafia, mostra la propria vicinanza ad una famiglia di imprenditori legata a note cronache giudiziarie.

Titta Scidà – conclude il sindacalista – ci aveva avvertito ma siamo stati sordi. Adesso non rimaniamo in silenzio”. Non meno “affilato” l’intervento di Giovanni Pistorio, segretario regionale della Fillea Cgil che punta il dito contro “‘inadeguatezza della politica e di parte delal società civile” “Rispetto al dramma dei cittadini – scrive Pistorio – soprattutto residenti nella zona Sud di Catania (San Leone, San Giorgio, Fossa Creta) e alla devastazione della riserva naturalistica del Simeto la politica, così come larga parte della società civile, al netto dell’iniziale trasporto emotivo ha mostrato la propria inadeguatezza rispetto ai tempi in cui viviamo, ai bisogni concreti di chi aspira ad un rapporto con l’ambiente diverso e a chi è costretto a vivere quotidianamente nel disagio e nel degrado. E’ perciò che cresce la distanza tra i cittadini e gli organi di rappresentanza dei loro bisogni e delle loro istanze.

Così tocca alla società civile e ai corpi intermedi della società colmare questo vuoto di rappresentanza che sta indebolendo la nostra democrazia”. Tranchant le parole che Giusi Milazzo, segretaria regionale del Sunia, ha diffuso sui social: “Penso ad una città difficile in cui le trame dei poteri cercano di tenere in scacco la comunità penso che sia ora di parlarne”. Un invito a reagire, a discutere, che si aggiunge a quelli lanciati ieri da Legambiente, dai Siciliani, da Sebastiano Ardita e da tanti esponenti della società civile.

E allora, da testata da sempre attenta alle questioni del territorio, ci permettiamo di lanciare una proposta che dia gambe concrete alle prese di posizione di questi giorni. Si convochi un grande momento di partecipazione pubblica, nei quartieri e nella citta, sul tema della tutela del territorio e dei beni pubblici. E a convocarlo siano tutti quei soggetti che in questi giorni hanno coraggiosamente preso posizione. Perché il tempo di reagire è ora.

Iena Grisù.

 

 


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