di Domenico Stimolo
Nello scorrere del tempo passano sindaci ed amministrazioni, di rampante e variegata coloritura, per i “clochard”, gli atavici ” senza fissa dimora” catanesi, nulla cambia.”E, dagli all’untore”.Il vecchio motto è sempre in auge, gridato forte, da tutti i benpensanti sempre in …..”carriera civile”, che trascorrono il tempo tra affari, feste e leccornie varie.Tanto a Lor che tange? Il beato letto riscaldato è sempre assicurato.Dopo le tante operazioni di ” squillante ripulitura umana” condotte nel tempo, ora in città, è stato il turno dei senzatetto che passano le freddi notti invernali in Corso Sicilia – altrimenti detto il “salotto cittadino” – avvolti nelle loro stantie coperte.Con una brillante operazione di “ripristino della legalità” sono stati liberati tutti gli spazi ” impudicamente” occupati dai reietti, allontanati ed emarginati dalla società organizzata ed istituzionale.Alcune decine in quei luoghi stanzianti, raccontano le cronache, abbandonati al loro infausto destino, ” liberi” di acquattarsi, assieme ai topi, tra gli anfratti della città.Non ci sono soluzioni alternative.I pochi spazi letto di accoglienza, poche decine, adibiti a dormitorio- in un’are urbana con trecentomila residenti -, essenzialmente lasciati alla gestione della “carità”, sono tutti sovraffollati.” Toc, toc, la porta non si apre”!Le Istituzioni, a partire dall’amministrazione comunale, ieri come oggi, brillano per l’ assordante assenza.Eppure, a Catania, in molte centinaia, uomini, donne e bambini, si aggirano i “fantasmi” dormienti in strade e piazze.Sarebbero tanti i luoghi del civico patrimonio, laico e religioso, liberi da qualsiasi quotidiane incombenze , che, opportunamente attrezzati a basso costo, potrebbero dare continuo e quotidiano ristoro a questi “miserandi”.Si preferisce lasciarli elegantemente “liberi”, purché il “puzzone” non alligni.L’orecchio non sente, il cuore si insordisce di altre “voluttà”.Eppure, in tantissimi, quotidianamente si “battono” il laico o religioso petto.Sono tutti in ben altre “vicende” affaccendati!Loro, i reietti, come già accaduto, possono morire al freddo e al gelo…..e pace all’anima loro.Catania, assieme ai suoi preposti di gestione, è proprio una città sorda alle umane sofferenze.Il Loro grida di battaglia è sempre il ” franse o spagna purché se magna”.Si faceva molto di più ben oltre un secolo addietro, già sul finire dell’ottocento, quando con le “Società di Mutuo Soccorso”, lo stesso “popolino”, lottando per un mondo migliore, pur vivendo tra fame e stenti, organizzava il sostegno e la solidarietà.A Catania, per i suoi amministratori e la rete sociale, i principi e gli obblighi della Costituzione non hanno dimora!
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