Catania

Catania centro del Mediterraneo e Enrico Trantino di Enzo

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di Gaspare Quasimodo

Con l’elezione dell’avvocato Enrico Trantino di Enzo a sindaco di Catania si è subito visto il cambio di passo. La giunta è stata composta dopo una lunga trattativa che ha dato stabilità alla giunta, tenendo fuori l’intero partito di Forza Italia, inviso al Presidente della Regione, il quasi palermitano Renato Schifani.

Nella giunta rosanero di Catania, i colori rossoblu sono tenuti alti dall’affitto dello stadio al miliardario australiano proprietario della squadra per una cifra simbolica.

Il lavorio indefesso per intercettare i fondi comunitari e del PNRR è stato avviato e tutti sono certi che Catania ne avrà grandi benefici. Quasi un miliardo sarà utilizzato per avere una pista aeroportuale più lunga di cinquecento metri e collegamenti veloci con il più grande aeroporto del Mediterraneo esclusi Barcellona, Malta, Istanbul, Roma, Nizza, Atene, Tel Aviv, Marsiglia, Tunisi. Ah no, Tunisi no perché in effetti ha solo cinque milioni di passeggeri, anche se ha due piste, contro l’unica pista di Catania.

Va bene, ma sarà un hub. No, in effetti nemmeno quello perché non c’è rete in previsione e nemmeno una compagnia aerea che abbia base in Sicilia, al massimo un po’ di aerei che dormono qui, per partire la mattina presto, quando una truppa limitata ma robusta di pendolari va a prendere servizio ovunque, ma non in Sicilia.

Certo, abbiamo anche bisogno di risorse economiche per sistemare la rete ferroviaria siciliana, per avere anche il raddoppio delle linee e chiudere finalmente l’anello ferroviario siciliano che fu progettato ai tempi dell’Unità d’Italia, ma dopo nemmeno due secoli è ancora presto per metterlo in cantiere.

La zona industriale finalmente otterrà la sua agognata emancipazione. Dopo aver perso qualche decina di insediamenti produttivi in favore di Belpasso, cittadina posta al centro della fascia collinare dell’Etna e vicina ad uno dei più grandi centri commerciali della Sicilia, la zona industriale catanese potrebbe avere il suo centro commerciale, forse.

In effetti, quel polmone produttivo avrebbe bisogno di strade, collegamenti ferroviari stabili, l’interconnessione logistica, una rete dati ultraveloce, magari con Starlink di Elon Musk oppure una connessione satellitare garantita da un’impresa catanese che fa questo mestiere da decenni, una facoltà di ingegneria gestionale e meccanica per produzioni di precisione, dei sistemi di pulizia e fornitura delle acque che funzioni e che soprattutto sia collegato ad uno dei primi impianti di depurazione d’Europa.

Ma in effetti, se stiamo bene come stiamo, che senso ha darsi tanto da fare?

Potremmo avere anche bisogno di un sistema intermodale con uno dei più grandi porti del Mediterraneo, Augusta, gioiello della logistica naturale utilizzato da tre millenni, ma invece no. Meglio buttare soldi nel porto di Catania che lascia allagare la città se c’è forte pioggia e costruisce banchine inutilizzabili e che tentano vanamente di resistere alle naturali correnti marine e dei canali di scolo, puzzolenti, che sversano nel mare blu della Playa chissà cosa.

Insomma, il cambio di passo è evidente. A proposito: il sindaco proprio oggi ha diramato una nota con dovizia di fotografie sulla conclusione della manutenzione straordinaria dei pali di viale Kennedy. Questa sì che è infrastrutturazione da celebrare. Poi, i volenterosi giovani di Trantino hanno cominciato a organizzare le squadre di difesa della scogliera dai rifiuti, mentre il sindaco chiede alla cittadinanza di mobilitarsi per far rispettare le regole.

Evviva. Siamo finalmente pronti per le ronde civiche. Risolto anche il problema dell’organico insufficiente di vigili e polizia.

Catania, il centro del Mediterraneo più importante del mondo, a parte Barcellona, Malta, Istanbul, Roma, Nizza, Atene, Tel Aviv, Marsiglia, Tunisi. Ah no, Tunisi no, ma Algeri sì.

Va tutto bene, ragazzi. Catania è la capitale del Mediterraneo, a parte… Vabbè, inutile star qui a ripetersi. Tanto, anche senza piani di sviluppo, il mare sporco e un’economia basata sulla rapina a scapito dei cittadini e dei lavoratori, noi siamo al centro di tutto perché siamo dèi. Spesso con la barba.

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Iene Sicule

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