Catania, chi s’ammucca la Camera di Commercio? Confindustria: o come diciamo noi o niente! Con l’assenso del sindacato


Pubblicato il 10 Aprile 2014

Pubblichiamo due documenti che fanno luce -se ce ne fosse ancora di bisogno- su quello che sta accadendo attorno all’ente. Che deve finire nelle mani della “compagnia della legalità”, guidata dagli industriali. Che rifiuta persino…le sue stesse proposte!

a cura di iena anti antimafiosa Marco Benantihttp://www.ienesiciliane.it/cronaca/14171-catania-show-chi-sammucca-la-camera-di-commercio-scoppola-a-confindustria-non-passa-bonaccorsi-anzi-avanzano-le-schede-bianche.htmlL’ 8 aprile dai rappresentanti in consiglio camerale di Confcommercio, Coldiretti e Confesercenti è stato scritto ai loro colleghi quanto segue.

Si racconta quanto è accaduto il 7 aprile. Notare la proposta di Confindustria (con l’accettazione della presidenza Bonaccorsi anche da parte dello schieramento avverso)…cambiata successivamente da Confindustria e alleati, stando a quanto scritto da questi consiglieri….

 

“Durante la riunione informale dei componenti del Consiglio Camerale di ieri, in risposta ad una precisa proposta avanzata da Confindustria Catania e condivisa , ci era parso, da tutti i presenti, le nostre Organizzazioni avevano deciso di esaminare , senza preconcetti, la proposta avanzata che prevedeva l’accettazione alla candidatura della presidenza del candidato Domenico Bonaccorsi, con inserimento in Giunta di un rappresentante dell’Artigianato, e di un rappresentante rispettivamente di Confcommercio , Confesercenti e Coldiretti.Successivamente le n/s Organizzazioni, nonostante le votazioni avessero palesato una vasta area di non condivisione della candidatura del Presidente, ritenevano , nell’interesse superiore dell’economia cittadina e per evitare l’ormai troppo facile indicazione della CCIAA come momento di scontro politico , di dare risposta positiva alla proposta.Oggi, a distanza di poche ore, ci viene informalmente comunicato un cambiamento della proposta stessa basato su argomentazioni tecniche facilmente superabili.E’ fin troppo evidente a questo punto che perdurando una tale situazione ci vedremo costretti a procedere sulla via delle dimissioni che fino ad oggi abbiamo, contro il n/s interesse, cercato in ogni modo di evitare.Vogliamo con questa nostra che sia a tutti evidente che, nonostante quanto sopradetto, restiamo disponibili alla proposta avanzata in prima istanza.E’ chiaro però che perdurando questa situazione ed in assenza di un accordo scritto ci vedremo costretti venerdì a procedere al deposito delle dimissioni, con tutte le conseguenze di cui , è chiaro, altri saranno responsabili.Questo nonostante le minacce pubblicamente rese da parte di chi ritiene di controllare l’Assessorato Regionale e di potersi comportare , di volta in volta, secondo il suo comodo.”

 

Ecco quanto scrivono oggi dieci associazioni, con tre sigle sindacali….“in coerenza con il documento programmatico sul ruolo della Camera di Commercio di Catania e sul contributo che questa può dare per sostenere il sistema delle imprese e lo sviluppo del territorio (presentato lo scorso dicembre nella sede cittadina di Confindustria, condiviso da quasi tutte le forze economiche e sociali etnee, nonché apprezzato da vasti settori di opinione pubblica), le organizzazioni firmatarie della presente nota hanno operato negli ultimi mesi al fine di individuare per la guida dell’ente camerale soluzioni condivise, basate sul rispetto di tutti i soggetti coinvolti nella scelta e sull’opportunità di assicurare alle associazioni oggettivamente più rappresentative una presenza in giunta. Nel rispetto, è naturale, dei tempi previsti dalle vigenti norme.Siamo ben consapevoli della gravità della crisi economica in corso, che colpisce con particolare virulenza la provincia di Catania, imponendo a tutti di remare nella medesima direzione, abbandonando quella logica di divisione e contrapposizione che negli anni ha fatto perdere a Catania ruolo e prestigio nel contesto nazionale e regionale. Spiace purtroppo constatare che a tale sforzo di ricerca di un punto di incontro si continui a rispondere minacciando le dimissioni di dodici membri del Consiglio camerale, peraltro nell’errata convinzione che con questo espediente lo stesso Consiglio venga a decadere.Le soluzioni concretamente praticabili per garantire a quelle associazioni che non sarebbero rappresentate in prima battuta in una giunta camerale di cinque membri passano solo dal suo allargamento, possibile esclusivamente dopo la modifica dello Statuto della Camera di Commercio di Catania. Ipotesi sempre proposta da alcuni e mai presa in seria considerazione da altri.Rifiutarsi di percorrere questa strada e insistere con la minaccia delle dimissioni equivale quindi solo ad assumersi la responsabilità della rottura, ritardando il ritorno al normale funzionamento del Consiglio camerale. Ma anche, ed è cosa gravissima, inibendo a Palazzo della Borsa la possibilità di contribuire a elaborare il Piano strategico di area vasta (illustrato a fine febbraio a Catania dal sindaco, Enzo Bianco, davanti al presidente della Repubblica) che tanta speranza ha suscitato tra gli imprenditori, i lavoratori e i giovani in cerca di lavoro nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa.

Apindustrie CataniaCNAConfcooperativeConfimprese ItaliaConfartigianatoLegacoopConfindustria CataniaUPIA CasartigianiUpla – ClaaiCGILFederazione Armatori SicilianiCISLUIL”. 


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