Catania, città in “caduta libera”, Cgil: St microelectronics, azioni in vendita “per un tozzo di pane”


Pubblicato il 29 Novembre 2013

Dopo il declassamento dell’aeroporto, la crisi occupazionale dilagante (oggi protesta sotto il Municipio), ecco che arriva comunicato dalla Cgil…“Mercoledì 4 dicembre manifestazione con concentramento da piazza Stesicoro.

Le azioni della St Microelectronics, l’azienda con il maggior numero di brevetti prodotti che, esempio unico nel Mezzogiorno, assicura lavoro a 4000 addetti, vengono messi in vendita “per un tozzo di pane”. La notizia che il governo italiano ceda la sua partecipazione azionaria in ST, turba e non poco i lavoratori dell’Etna Valley e, secondo i rappresentanti sindacali “va esattamente nella direzione opposta alle nostre rivendicazioni, ma non ci coglie del tutto impreparati”, come sottolineano gli RSU della Fiom Cgil di Catania.

Per questo mercoledì 4 dicembre, Catania ospiterà la giornata di protesta contro la decisione; la manifestazione è unitaria, organizzata da Cgil Cisl UIL e Ugl e Fiom Fim Uilm e Uglm. Il concentramento è stato fissato per le ore 9,30. Il corteo partirà da piazza Stesicoro per concludersi in piazza Università e una delegazione di lavoratori incontrerà il primo cittadino di Catania a cui, spiegano i rappresentanti di Cgil e Fiom, “abbiamo chiesto un incontro. Il sindaco Bianco è già intervenuto sula vicenda ma il sindacato crede alla possibilità di un intervento a tutto tondo, sinergico, in grado di assicurare risultati. Anche sul fronte regionale la Cgil ha chiesto un faccia a faccia al governo siciliano”.

 La Cgil si è detta contraria sin dal primo momento alla vendita delle quote azionarie detenute dal ministero del Tesoro, e il sindacato si chiede quale coerenza possa avere un Governo che, a parole, sostiene di voler rilanciare lo sviluppo delle produzioni di alto livello, mentre nei fatti vende le azioni di una delle poche aziende italiane protagoniste nel settore dell’alta tecnologia.”Ci si chiede , ad esempio, perché la Francia, ST e l’UE stiano investendo a Grenoble 3.1 miliardi di euro e perché ciò non appare possibile a Catania, che è pure area a Obiettivo 1 per l’Europa”, si chiedono il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari e il segretario della Fiom Cgil Stefano Materia.

Intanto, a distanza di un anno, anche la Micron torna all’attacco, e non per annunciare investimenti in Italia ma per avviare una ristrutturazione che prevede un taglio del 5% della forza lavoro in tutto il mondo. In Italia, dopo l’operazione di vendita del sito di Avezzano e la cessione del consorzio R2 di Agrate, la Micron ha già ridotto la propria forza lavoro di oltre il 60%. Appena lo scorso aprile, infatti, i dipendenti Micron in Italia erano oltre 3000. Oggi i lavoratori sono poco più di mille. Tutto ciò non accade a caso. La responsabilità è anche della St che ha preferito vendere il ramo memoria con il risultato che Micron annuncia esuberi, ed ha spostato nello stabilimento della M6 destinato ai dispositivi elettronici da 7 e 12 pollici, produzioni a basso valore aggiunto, in un settore diverso da quello della microelettronica. Cosa accadrà a Catania?

“Il governo centrale – concludono con un quesito Villari e Materia- come pensa di dare risposta ai problemi del sistema produttivo catanese se poi depotenzia il suo intervento nel settore del silicio?” ”  


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