Dopo il declassamento dell’aeroporto, la crisi occupazionale dilagante (oggi protesta sotto il Municipio), ecco che arriva comunicato dalla Cgil…“Mercoledì 4 dicembre manifestazione con concentramento da piazza Stesicoro.
Le azioni della St Microelectronics, l’azienda con il maggior numero di brevetti prodotti che, esempio unico nel Mezzogiorno, assicura lavoro a 4000 addetti, vengono messi in vendita “per un tozzo di pane”. La notizia che il governo italiano ceda la sua partecipazione azionaria in ST, turba e non poco i lavoratori dell’Etna Valley e, secondo i rappresentanti sindacali “va esattamente nella direzione opposta alle nostre rivendicazioni, ma non ci coglie del tutto impreparati”, come sottolineano gli RSU della Fiom Cgil di Catania.
Per questo mercoledì 4 dicembre, Catania ospiterà la giornata di protesta contro la decisione; la manifestazione è unitaria, organizzata da Cgil Cisl UIL e Ugl e Fiom Fim Uilm e Uglm. Il concentramento è stato fissato per le ore 9,30. Il corteo partirà da piazza Stesicoro per concludersi in piazza Università e una delegazione di lavoratori incontrerà il primo cittadino di Catania a cui, spiegano i rappresentanti di Cgil e Fiom, “abbiamo chiesto un incontro. Il sindaco Bianco è già intervenuto sula vicenda ma il sindacato crede alla possibilità di un intervento a tutto tondo, sinergico, in grado di assicurare risultati. Anche sul fronte regionale la Cgil ha chiesto un faccia a faccia al governo siciliano”.
La Cgil si è detta contraria sin dal primo momento alla vendita delle quote azionarie detenute dal ministero del Tesoro, e il sindacato si chiede quale coerenza possa avere un Governo che, a parole, sostiene di voler rilanciare lo sviluppo delle produzioni di alto livello, mentre nei fatti vende le azioni di una delle poche aziende italiane protagoniste nel settore dell’alta tecnologia.”Ci si chiede , ad esempio, perché la Francia, ST e l’UE stiano investendo a Grenoble 3.1 miliardi di euro e perché ciò non appare possibile a Catania, che è pure area a Obiettivo 1 per l’Europa”, si chiedono il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari e il segretario della Fiom Cgil Stefano Materia.
Intanto, a distanza di un anno, anche la Micron torna all’attacco, e non per annunciare investimenti in Italia ma per avviare una ristrutturazione che prevede un taglio del 5% della forza lavoro in tutto il mondo. In Italia, dopo l’operazione di vendita del sito di Avezzano e la cessione del consorzio R2 di Agrate, la Micron ha già ridotto la propria forza lavoro di oltre il 60%. Appena lo scorso aprile, infatti, i dipendenti Micron in Italia erano oltre 3000. Oggi i lavoratori sono poco più di mille. Tutto ciò non accade a caso. La responsabilità è anche della St che ha preferito vendere il ramo memoria con il risultato che Micron annuncia esuberi, ed ha spostato nello stabilimento della M6 destinato ai dispositivi elettronici da 7 e 12 pollici, produzioni a basso valore aggiunto, in un settore diverso da quello della microelettronica. Cosa accadrà a Catania?
“Il governo centrale – concludono con un quesito Villari e Materia- come pensa di dare risposta ai problemi del sistema produttivo catanese se poi depotenzia il suo intervento nel settore del silicio?” ”
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