“Esprimo soddisfazione per l’approvazione in VI commissione di un emendamento da me promosso che incrementa di 10 milioni di euro le risorse previste per i comuni in ordine allo svolgimento del servizio Asacom. Una misura concreta, accolta all’unanimità dai parlamentari della Commissione, che ha avuto il parere favorevole del Governo. Il mio auspicio, adesso, è che tale provvedimento possa […]
Catania come il Titanic
Pubblicato il 30 Giugno 2024
C’è chi “affonda” e c’è chi balla
Iena navigata
La discoteca all’aperto in piazza Castello Ursino è l’ultima genialata del sindaco Enrico Trantino. L’amministrazione comunale diventa gruppo organizzativo e trasforma un luogo pubblico in sala da ballo, una iniziativa per tentare di riparare alla decisione di pedonalizzare un’area, creando seri problemi a residenti e commercianti. Insomma: la città è come il Titanic, una parte “affonda” e l’altra fa festa.
La discoteca all’aperto ha certamente funzionato. La gente era presente. Ma ci sarà ancora nei prossimi giorni? E’ questo il progetto di città che ha in mente il sindaco? Iniziative analoghe, per rivitalizzare la città, saranno fatte anche a Librino, San Giorgio, Picanello, San Giovanni Galermo, Nesima… Caro compagno Enrico, la tua foto in versione dj mi mancava. Ho potuto così arricchire la mia collezione. A proposito: ho ascoltato il tuo ennesimo monologo in televisione. Siamo addirittura arrivati ai rimproveri. Quindi se la città è sporca la colpa è dei catanesi? Ma siamo sicuri?
Compagno Enrico non pensi che vi sia una corresponsabilità delle amministrazioni che si succedute negli anni. E tu sei stato autorevole esponente della giunta Pogliese. La rabbia mostrata in tv, davanti ad un giornalista ammutolito e accondiscendente, l’ho trovata esagerata. Moderazione compagno! Moderazione! Meno balli, meno apparizioni, meno sfarzi e meno ruoli da influencer. Punta alla sostanza. Alle cose concrete. Niente fumo negli occhi. E ricorda: si amministra in silenzio.
P.S.
Quando a tavola manca il pane, non si compra il dolce. Fare festa, in una città dove manca tutto o quasi, equivale ad offrire il dolce.
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