Catania comunale “casa di vetro”? O di “specchietti per le allodole”?Direzione ecologia ambiente, bandi “mascariati” e appalti milionari pilotati con interpretazioni alla catanese del codice


Pubblicato il 23 Aprile 2014

di Ignazio De Luca Iena investigativa

Catania è un comune dove “dilaga” la legalità: direzione ecologia e le strane proroghe di appalti milionari senza contratti né fideiussioni, era “l’occhiello ” di un articolo postato il 13 marzo 2014, con il quale, senza mezzi termini ienascamente, denunciavamo le irregolari e illegittime proroghe concesse alla società fantoccia Officine Meccaniche scrivendo che “il dirigente, della direzione Ecologia, successore della licenziata dottoressa Li Destri, dottor Italia da oltre sei mesi, con una violazione industriale di norme del codice degli appalti consente alla fantoccia Officine Meccaniche di continuare a gestire il servizio … Tutto questo in proroga ma senza contratto né polizza fideiussoria… Non si capisce questo accanimento della Direzione Ecologia a “insistere “con la società fantoccia, forse si vogliono creare i requisiti “a tavolino” per poter avere titolo a partecipare al nuovo bando?”

Noi, per aver assistito lo scorso 10 aprile, all’apertura delle buste per l’affidamento del servizio oggetto dell’appalto per mesi otto, a questo interrogativo, che ponevamo lo scorso 13 marzo, con i nostri ragionamenti facili, facili, crediamo di dover dare risposta positiva. Prima di dare conto dei nostri ragionamenti, scaturiti per aver assistito alla seduta dell’apertura delle due sole buste pervenute alla commissione presieduta dal dottor Italia coadiuvato dal dottor Adonia e dalla dottoressa Pennacchietti, dobbiamo brevemente sintetizzare “l’ affair” appaltizio, risalente al 2009, che noi avevamo scoperto essere stato fraudolentemente assegnato.

La Direzione Ecologia del Comune di Catania, presieduta, a quel tempo dalla licenziata dottoressa Anna Maria Li Destri, si fece rifilare una perizia giurata stragiudiziale alterata per milioni di euro, dal legale rappresentante della Puntese Diesel srl, il Signor Amore Antonino, recentemente colto da “provvidenziale”quanto improvvisa morte, in quel di Tanzania, aggiudicandosi un appalto di oltre cinque milioni di euro. L’alterazione consistette nell’aggiunta della lettera “C” che era indispensabile per certificare il volume d’affari richiesto dal bando per partecipare alla gara. Infatti la falsa perizia venne inserita nella documentazione inviata al Comune per partecipare alla gara.La doppia perizia, la tempistica di costituzione della società, la tardiva assicurazione, la stranezza dell’essere l’unica ditta partecipante ad una gara così importante e il troppo contenuto ribasso d’asta avrebbero forse dovuto allertare con maggior tempestività le funzioni delegate al controllo.

Tuttavia avrebbero potuto farla franca, continuando alacremente a truffare risorse pubbliche col rinnovo appaltizio, se Iena Milionaria non gli avesse scoperto gli altarini. Così costretti (la Li Destri e il “trapassato” signor Amore) a correre ai ripari, verrà costituita una società fantoccia, la Officine Meccaniche, che diventerà cessionaria del lucroso affare appaltizio, che il signor Amore, prima come ditta individuale e poi come società deteneva ininterrottamente da oltre due lustri.

Certamente sarà un caso fortuito che la Officine meccaniche, ripetiamo società fantoccia, sia stata costituita presso lo studio del dottore Concetto Lombardo, notaio di fiducia del fu signor Antonino Amore. Come anche tra le coincidenze veramente straordinarie bisogna annoverare la casuale nomina di amministratore unico del signor Vincenzo Coco che guarda caso è il cugino del signor D’Agata Vincenzo, genero del defunto(?) signor Amore. Saranno finite le casualità vi chiederete? Manco per sogno! Infatti l’altro socio fondatore della società fantoccia è il signor Fumagalli Adriano, persona di fiducia di vecchia data del signor Antonino Amore, ops dimenticavamo del defunto signor Amore.

A prescindere dalle casualità sopra elencate, a questa società fantoccia pomposamente appellata Officine Meccaniche, inattiva, con 2.500,00 euro di capitale, sarà consentito dalla dottoressa Li Destri, a settembre 2013, un mese prima di essere licenziata, di subentrare nell’appalto milionario, ignorando le più elementari norme del codice degli appalti poste a tutela della stazione appaltante. Proseguiamo nel racconto, la situazione precipita.Il nuovo bando, a valere per il 2013/2015, predisposto con sapiente e raffinato taglio selettivo dalla dottoressa Li Destri, porterà l’ottimo sindacalista della FIDAP, Carmelo Condorelli, a coniare l’opportuna locuzione del “bando cucito addosso” ad una sola ditta, la Puntese Diesel, appunto. Colmata la misura, finalmente l’amministrazione Bianco interverrà con provvedimento disciplinare e successivo licenziamento della dirigente della direzione ecologia, avvenuto, a mente, il 31 ottobre 2013.

Ricapitolando la Puntese Diesel srl, che era oggetto di pressanti indagine della Guardia di Finanza, cede, il 13 settembre 2013,un appalto di oltre cinque milioni di euro, ad una società fantoccia inattiva, Officine Meccaniche, costituita 40 giorni prima, i cui due soci detengono il 50% ciascuno delle quote societarie, con capitale di euro 2.500,00! Amministratore della società è il signor Vincenzo Coco, cugino del signor D’Agata Vincenzo che è il genero del signor Antonino Amore, amministratore della Puntese Diesel, l’altro socio, della società fantoccia, è la persona di fiducia, da lustri, del signor Amore. Così prima che venisse licenziata dal Comune, la direttrice Li Destri fa giusto in tempo ad autorizzare la cessione dell’appalto a questa società fantoccia che dalla seconda decade di settembre 2013 inizierà a gestire come Officine Meccaniche. Nell’articolo del 13 marzo 2014 davamo contezza che dopo sei mesi di gestione, la società fantoccia, non era stata in grado di produrre, al nuovo dirigente dottor Italia, la fideiussione e la documentazione per regolarizzare il subentro e aveva anche tre mesi di arretrato con gli stipendi ai lavoratori, eppure la direzione ecologia nella persona del suo dirigente responsabile, tollerava l’illecito, prorogando di tre mesi in tre mesi l’appalto, in maniera arbitraria e contro legge.

Contro legge per la mancata produzione della polizza fideiussoria posta dal codice degli appalti a garanzia della stazione appaltante e arbitraria, per avere noi inequivocabilmente dimostrato che senza l’alterazione della perizia stragiudiziale, la Puntese Diesel srl, non avrebbe avuto i requisiti per partecipare all’appalto milionario, tanto meno trasferire alla fantoccia Officine Meccaniche con 2.500.00 euro di capitale un appalto a base d’asta di 4.750.000,00 oltre IVA. Quanto da noi dimostrato con i nostri articoli, procuravano alla dottoressa Li Destri prima e successivamente al signor Amore una denuncia per turbativa d’asta e corruzione. “Fortunatamente” per il signore Amore sopraggiungeva un improvvisa morte in quel di Tanzania, dove aveva importanti e lucrosi affari, anche lì, appaltizi nel settore pubblico.

Ma la cricca che da anni lavora indisturbata alla direzione ecologia ambiente del comune di Catania, similmente alI’Idra, non perde vitalità col taglio di una sola delle nove teste, così viene acconciata una procedura aperta con lettera di invito, della durata di otto mesi . Alla direzione ecologia, lo sappiamo, sono specialisti a tagliare su misura le regole per una sola ditta. Accade, però, nella stesura della lettera di invito, forse per difetto di comunicazione con le altre otto teste, un incidente di percorso, infatti viene inserito un requisito, di cui appresso diremo, che per giurisprudenza unanime, escluderebbe in toto dalla partecipazione la società fantoccia, anzi ne impedirebbe perfino la presentazione dell’istanza. Forse per cercare di rimediare all’irrimediabile, nel bando viene inserito un requisito curioso in quanto non attinente all’oggetto dell’appalto.

Nella lettera di invito riportante i requisiti del bando viene richiesta, a tutela della stazione appaltante, il requisito che le ditte partecipanti siano iscritte alla Camera di Commercio da almeno tre anni. Lo scorso 10 aprile, in sede di seggio di gara, stentavamo a credere alle nostre orecchie, anzi eravamo presi dal panico pensando di non riuscire a ben comprendere i concetti espressi dai componenti del seggio, tanto che appena tornati a casa, riascoltavamo, febbrilmente, la registrazione e finalmente, ci tranquillizzavamo. Avevamo fugato col riascolto, ogni dubbio e perplessità . Pretenziosamente infatti la stazione appaltante, come riferivano i componenti del seggio di gara, aveva inteso modificare la legge speciale della lettera invito- bando, annullando per le ditte partecipanti il requisito dei tre anni di iscrizione alla camera di commercio. È unanimemente riconosciuto dalla giurisprudenza che l’iscrizione alla Camera di Commercio in quanto requisito soggettivo, non può essere acquisito attraverso l’acquisto del ramo d’azienda, questi infatti risulta essere requisito oggettivo al pari dell’acquisto dei beni aziendali, del fatturato, del personale, delle attrezzature. Tantomeno la stazione appaltante, mediante chiarimenti auto interpretativi, può modificare il bando, ma può e deve limitarsi alla mera applicazione delle clausole prescrittive del bando stesso . Così l’unica strada percorribile per la stazione appaltante, persistendo la volontà di far decadere il requisito d’iscrizione alla Camera di Commercio dei tre anni, è quello di ritirare il bando- lettera invito ed emanarne un altro modificato, ma questa ci sembra soluzione di “strada che non spunta”.

Il requisito del bando lettera invito, che abbiamo definito curioso, attiene alla certificazione avente codice identificativo EA 17 ” metalli e loro leghe, fabbricazione di prodotti in metallo” è la specifica delle ditte che lavorano in questo settore.Sappiamo che oggetto dell’appalto è la riparazione, la manutenzione, il lavaggio degli automezzi per la raccolta dei rifiuti solidi urbani . Sappiamo anche che le categorie di certificazioni, attinenti all’appalto, sono la EA 29a e b in particolare la EA 29 B è perfettamente aderente all’appalto, certificando “la riparazione di cicli motocicli e autoveicoli”.Non si stupiranno sicuramente i nostri lettori se di tutte le ditte invitate nessuna possedesse, ad eccezione della società fantoccia Officine Meccaniche, la certificazione EA 17. Noi che ormai siamo smaliziati, non ci siamo stupiti e abbiamo voluto misurare l’impudenza dell’Idra dalle otto teste, ricercando, sommariamente, ditte in possesso della certificazione EA 17 e abbiamo trovato:a) La Ghiseria srl S. Giuseppe La Rena commercio e vendita prodotti siderurgici;b) Me. Co. Met. srl produzione di carpenteria metallica e infissi in ferro;c) O. L. S. A. Messina officine lavorazione siderurgiche e affini srl;d) Lodato e Di Pasquale srl Caltanissetta lavorazione e trasformazione del ferro.Niente male, ma solo della lettura ci immaginiamo che le ditte di cui alle lettere a d, esercitino la loro attività industriale in capienti capannoni industriali, mentre sappiamo di sicuro che la società fantoccia Officine Meccaniche abbia la sede legale in appartamento di civile abitazione e dividano la spesa dell’affitto con altre ditte. Non ci risultano dalla visura camerale che abbia altra sedi operative. Che c’azzecca la certificazione EA 17 con la società fantoccia?

Stando così le cose, se quanto sopra risulta vero come è vero, tiriamo, le conclusioni. Da oltre sette mesi, per la fraudolenta aggiudicazione dell’appalto del 2009 alla Puntese Diesel srl, riteniamo possa configurarsi danno erariale, consentendo alla Officine Meccaniche di continuare a lucrare su di esso . Nelle more di una nuova lettera di invito seria, l’amministrazione dovrebbe revocare in autotutela la cessione del ramo d’azienda, per altro autorizzato dalla dirigente Li Destri, licenziata e indagata per turbativa d’asta e corruzione.Risulta di tutta evidenza che ogni euro che la Officine Meccaniche succhia alle casse comunali come ristoro dell’interposizione gestionale deve configurarsi come danno erariale. Staremo attenti agli ulteriori sviluppi.


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