CATANIA COMUNALE DELLA ” LEGALITA’ PRIMAVERILE”: QUANDO LA LEGGE E’ DISEGUALE

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Alla Procura Generale e alla Procura della Repubblica di Catania.

Alla Sezione Regionale della Corte dei Conti.

All’AutoritàNazionale Anti Corruzione.

A tutto l’Universo della Legalità, non solo parolaia.

 

DOTTOR MASSIMO ROSSO SI DIMETTA

 (ma alla Presidenza del Consiglio Comunale tutto questo non interessa?)

 

di Ignazio De Luca

 

Con un articolo del 18 agosto u. s., http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=4788, su questa stessa Testata, avevamo minuziosamente documentato, che il capo di gabinetto del sindaco Bianco, dottor Massimo Rosso, occupava illegittimamente il posto e ne comprovavamo il mendacio e la reticenza.

 

Avevamo anche sbrindellato, richiamando decreti legislativi e regolamenti, l’addomesticato e acconciato verbale, consegnato al sindaco Bianco dall’ex dirigente Ferlito, oggi in pensione, che credeva forse, con le sue “fellonerie” amministrative, di poter blindare il posto di capo di gabinetto al dottore Rosso, malgrado questi non ne possedesse i requisiti.

 

Infatti, sia il decreto legislativo 39 dell’otto aprile 2013, entrato in vigore il 5 maggio 2013, con gli articoli 3 e seguenti sulla inconferibilità, ma prima di esso, anche l’art. 29 comma 5, del  Regolamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Catania, approvato con deliberazione di Giunta Municipale n. 948 del 02 agosto 2010 e modificato con deliberazione di Giunta Municipale n. 542 del 28 dicembre 2012 avevano stabilito regole inconciliabili per conferire la nomina di capo di gabinetto del sindaco al dottor Massimo Rosso, non avendo “l’unto predestinato”, la: “documentata esperienza almeno quinquennale in funzioni dirigenziali acquisita in organismi ed Enti pubblici o privati, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria” estratto comma 5 art. 29 regolamento.

 

Esperienza quinquennale che il dottor Rosso non possiede e non poteva inventargliela nemmeno un compiacente dirigente selezionatore, prossimo alla quiescenza, ignaro del futuro decreto legislativo 90/2014 articolo 6, che avrebbe irrimediabilmente spezzato i suoi sogni e i progetti post pensione.

 

Avevamo anche documentato, incontrovertibilmente, che il dottor Rosso, commetteva mendacio e reticenza, nell’attestato di notorietà, sottoscritto il 13 maggio 2014, reato perseguibile penalmente, per non aver dichiarato di aver avuto, nei due anni precedenti, incarichi in enti finanziati dal Comune, come il Teatro Stabile, e per aver omesso, di essere, il presidente del consiglio di amministrazione della societàdi regolamentazione servizio gestione rifiuti ( R.S.S. ).

 

Avevamo concluso, in base non a nostre preconcette opinioni personali, ma richiamando precise disposizioni normative e regolamentari che ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 39/2013, l’incarico di capo di gabinetto del sindaco conferito al dottore Massimo Rosso, con provvedimento del sindaco Bianco,       n. 03/654 del 22 ottobre 2013, doveva considerarsi nullo:

 

a) perché inconferibile, avendo nei due anni precedenti ricoperto l’incarico di componente del collegio dei revisori dei conti del Teatro Stabile di Catania. Teatro Stabile che è un Ente di diritto Privato, finanziato dal Comune di Catania;

 

b) perché sin dal 10 luglio 2013, è presidente di un organismo di diritto privato in controllo pubblico, che esercitando attività di gestione di servizi pubblici è sottoposto a controllo, da parte di diverse amministrazioni pubbliche. Orientamento ANAC 19/2014;

 

c) perché privo della “documentata esperienza almeno quinquennale in funzioni dirigenziali acquisita in organismi ed Enti pubblici o privati”.

 

Ora malgrado quanto enunciato sopra, il dottor Massimo Rosso, non solo presiede insieme al sindaco Bianco, riunioni in cui si immagina la Catania futuribile, come la recente tavola rotonda su Corso dei Martiri, ma addirittura mette le mani nelle tasche dei Catanesi col provvedimento OA 114 dell’otto settembre u. s., alleggerendoli di euro seimila per spese di “rappresentanza del signor Sindaco” si legge nel dispositivo del provvedimento citato e allegato.

 

Ma quando pensa il dottor Massimo Rosso, mendace e recidivo capo di gabinetto del sindaco Bianco, nominato con provvedimento        n. 03/654 del 22 ottobre 2013, provvedimento NULLO, sia per mancanza dei requisiti, sia perché inconferibile, di presentare spontanee dimissioni?

 

Non si trova in imbarazzo a sedersi su una poltrona che abbiamo dimostrato, leggi e regolamenti alla mano, non può occupare? Oppure crede che la sua posizione sia assimilabile come illegittimità a quella di esperti finti, che forse sono “sperti” ma non certo esperti o di improponibili addetti gas-stampa?

 

No! Il suo è incarico di vertice. Di alto vertice! L’illegittimità oltre che massima, sa anche di prepotente impudenza d’impunibilità! Non ci stancheremo di chiedere, con insistenza le sue dimissioni anche travalicando i confini della Sicilia. Con fermezza e senza astio Ignazio De Luca.

 

Infine un’annotazione per la triplice incaricata dottoressa Liotta, che con le sue colpevoli omissioni e le insufficienze professionali, ha perpetrato la stabilizzazione di tale anomalia, cui dedicheremo un’altra puntata, per non appesantire i nostri lettori.

 

 

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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