Catania comunale della “primavera”: appalti “mascariati”, trattative private “pilotate”, costituende commissioni d’inchiesta. All’assessore D’Agata diciamo…

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di Ignazio De Luca Iena Cacciatora

“L’appalto comunale e la visura camerale” era il titolo di un articolo pubblicato su “Sudpress”, il 25 settembre 2013, firmato con lo pseudonimo di “Cacciatore Verde”, con il quale denunciavamo, già allora, il discutibile passaggio, dalla Puntese Diesel srl alle Officine Meccaniche ” società fantoccia”, di un appalto milionario, avallato prima dai vertici burocratici e poi definitivamente approvato dalla parte politica, nella persona dell’assessore D’Agata.

In “Catania e appalto comunale milionario “turbato” a “società fantoccia” in proroga ri-prorogato e prorogato ancora … e ancora.. e spunta una tangente..a rate!” di venerdì 6 giugno, sulle Ienesicule, facciamo la cronaca di questi mesi del famigerato appalto truccato pervenuto e trattenuto, con la colpevole quiescenza degli organi burocratici e politici deputati al controllo, alla “società fantoccia” Officine Meccaniche. Abbiamo raccolto, il disperato accorato appello di una lavoratrice, licenziata proprio durante l’illegittimo passaggio, che avendo richiesto il suo TFR per gli otto anni di servizio, le è stato “elegantemente” o di rivolgersi al “morto”(il signor Amore Antonino), o in alternativa alla “vecchia”, intendendo l’attuale amministratrice della “società fantoccia “, con uno striminzito capitale di 2.500,00 euro (duemila cinquecento euro) interamente versato, per un appalto milionario. Questa è la “legalità primaverile” dell’amministrazione Bianco, che in quanto a proclami, o progettualità per i prossimi vent’anni, o legalità declamata, o annunci col botto e relativa convegnistica da passerella, detiene il Guinness europeo dell’aria fritta; sostanzialmente tutta roba solo  buona per sfornare chilometrici comunicati stampa manco buoni più per i gonzi.

Attingiamo da un’intervista di Giuseppe Bonaccorsi, tra i pochi giornalisti de “La Sicilia”, che se fa domande a qualcuno, non è banale, che l’assessore D’Agata, forse, consultatosi col sindaco Bianco, istituirà una commissione d’inchiesta, per verificare le “voci” sulla presunta (s)vendita di automezzi della N. U, che comunque, a suo dire, non esisterebbero”atti scritti che convalidino le voci su vendite anomale”.

Anche questa volta, sicuramente inascoltati, diremo all’assessore quello che sappiamo di questa storia, sperando di avere miglior credito, di quello riconosciutoci con la “società fantoccia”.

No! No! Signore Assessore gli atti scritti, “delle vendite anomale”, esistono eccome! Bisogna saperle cercare, magari rivolgendosi alle persone giuste e non a presunti esperti imposti e nominati da questa amministrazione, non per meriti specifici, ma esclusivamente per mero clientelismo.

Orientativamente tra il marzo e giugno 2013, si consumava l’ennesimo banchetto sulle residue spoglie delle ormai, già allora, asfittiche risorse pubbliche, da parte dei soliti noti della direzione ecologia e ambiente, mediante la “strana” vendita di alcuni lotti di automezzi speciali della N. U. acquistati per centinaia di migliaia di euro e (s)venduti, pur essendo in ” condizione da vetrina”, come rottami.

In particolare, concentreremo la nostra (clamorosa) ennesima denuncia di spreco di risorse pubbliche, su un lotto di tre automezzi speciali attrezzati come lava cassonetti, proprio del tipo di cui oggi l’amministrazione Bianco lamenta l’impossidenza, al pari del malcapitato vagante nel deserto alla ricerca dell’oasi salva vita ristoratrice.

Il lotto che poniamo alla cortese attenzione dell’assessore D’Agata, nelle more della composizione della commissione d’inchiesta, era composto da automezzi motrici di marca Iveco modello 150 e 18 targati :
AD 310PB, AD 311PB, AD 312PB, attrezzati specificatamente per il lavaggio dei cassonetti adibiti a raccolta rifiuti, costo cadauno circa cento trentamila euro. Ci risulta siano stati acquistati con fondi europei nel 2008 e lasciati, inspiegabilmente, quasi del tutto inutilizzati almeno per un lustro parcheggiati, nell’immenso “store” coincidente con la location  dell’auto parco di Pantano D’Arci.

Facciamo una piccola digressione dal tema centrale per spiegare lo “store”affibbiato all’autoparco comunale di Pantano D’Arci. Dovete sapere che fino al mese di aprile, tutti gli automezzi del comune si approvvigionavano di carburante presso lo “store”di Pantano D’Arci, ma non solo, negli anni spesso è capitato che durante la notte, qualcuno che aveva difficoltà di far quadrare il bilancio familiare, pensava bene di sottrarre un migliaio di litri di carburante quasi ogni notte.
Di tutti gli scienziati comunali responsabili dello “store”autoparco, finalmente, un funzionario omonimo di una nota ditta dolciaria, ha pensato bene e semplice, semplice di tagliare la “manciugghia”, mediante una convenzione con un rifornimento privato. Da maggio, infatti, tutti gli automezzi del comune si approvvigionano di carburante presso il rifornimento convenzionato. Se ne faranno una ragione gli ignoti (tanti) e i pochi colti con le mani nel liquido, che lo “store”, per tutti loro, ha chiuso i battenti. Stiamo per ritornare alla nostra storia, facendo un inciso: tra gli innumerevoli e non quantificabili furti di carburante, qualcuno, sarcasticamente, alla domanda in quante migliaia di litri, potesse quantificarsi l’ammanco di carburante, ci ha risposto “mezzo Kuwait”, per darvi nota di uno strano furto, a maggio, con scasso, nel locale che ospita l’ufficio del capo officina comunale dell’auto parco. Bottino solo carte. Strano per chi è abituato a fare facile bancomat, quasi con rischio zero, penetrare nel capannone per prelevare solo delle carte. Dovevano essere importanti e compromettenti.

Torniamo alla storia degli automezzi (s)venduti. Durante un periodo di ferie dell’ex dirigente Li Destri, il dirigente facente funzione, esorbitando dalle sue funzioni, assegna il lotto di automezzi ad una ditta edile di Maletto dei fratelli Saitta, che manutentava il tetto di uno dei capannoni di Pantano D’Arci.
Apriti cielo, tornata dal congedo ordinario la titolare dell’ufficio, blocca e annulla la procedura di aggiudicazione alla ditta Saitta, e con un leggero incremento della base d’asta aggiudica il lotto ad altra ditta. A quale ditta?
Manco a dirlo alla Puntese Diesel srl di Antonino Amore. Prima che la ditta precedentemente aggiudicataria potesse piantare grane, uno dei tre automezzi viene girato ai Saitta, mentre due rimangono a disposizione del signor Amore, uno smmatricolato, prende la strada del Senegal e dell’altro vi diremo appresso. Pare che gli automezzi siano stati dichiarati rottamabili con singolare procedura da soggetto non qualificato e non titolato per accertare lo stato d’uso, da notizie raccolte da alcuni lavoratori, che devono mantenere l’anonimato per il noto e recente divieto di rilasciare dichiarazione, posto dall’amministrazione, che le motrici, nei cinque anni precedenti, avevano percorso meno di 10.000 chilometri. Dimenticavamo che le carte asportate dall’ufficio del capo officina riguardavano l’illegittima dichiarazione di rottamabilità! Ma tant’è! Alla direzione ecologia è una novità?

Del terzo automezzo riportiamo un foto annuncio del noto sito on line di annunci economici: subito.it. (vedi foto).

Nel comunicato di tentata vendita, a parte la “violenza” subita dalla lingua Italiana, notiamo : “Prezzo 9.900 € Tipologia Veicoli commerciali Comune Catania veicolo con soli 13.000 KM tenuto in garage praticamente ancora in rodaggio,e (sic)un vero AFFARE, e(sic)come se comprereste(sic,sic,sic..)un veicolo nuovo, il prezzo e(sic)intrattabile.visibile(sic)da patti(sic)a Santa Maria di licodia(sic)”Inserzionista emanuele(sic)….”

Prezzo 9.900 euro, solo 13.000 chilometri, inserzionista Emanuele cellulare…. Non si stupiranno i lettori, dicendo loro che Emanuele di cognome porta Amore e quel numero di cellulare per anni è appartenuto, come decine di funzionari comunali possono confermare, al defunto signor Antonino Amore.

Altro che commissione d’inchiesta, assessore D’Agata domani mattina invece di intervenire al tavolo della legalità, organizzato dal Sindaco Bianco, non perda tempo, vada di persona a Santa Maria di Licodia, come del resto usa il  sindaco in persona, per verificare l’esatta pozione di marciapiede che i Led devono illuminare. La esortiamo vada a verificare dal libretto di circolazione dell’automezzo se quanto asseriamo corrisponde a verità. Anche perché siamo sicuri che dopo la nostra pubblicazione trascorse poche ore la motrice sarà rimossa da quel sito di auto occasioni, per andare verso altri lidi, meno in vista. Noi dal canto nostro l’abbiamo clamorosamente, come al solito, smentita. Abbiamo fornito le targhe di tutti gli automezzi, di uno addirittura la location fisica per andarlo a toccare con mano, un altro è disponibile a Maletto nella ditta dei fratelli Saitta, il terzo è in Senegal. Altro che “voci su vendite anomale”, come da Lei dichiarato a Giuseppe Bonaccorsi, noi fatti, atti e foto produciamo. Precisi e dettagliati come sempre, mai smentiti.

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Redazione Iene Siciliane

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