Catania comunale, piano asili nido: “no” del “M5stelle”. E “Catania Bene Comune” replica all’assessore Trojano Fiorentino


Pubblicato il 12 Novembre 2013

Una “riforma” sempre più criticata…le ultime dichiarazioni:Ecco la posizione del movimento di Grillo:

“Il 15 ottobre scorso l’amministrazione comunale ha presentato, in conferenza stampa, il Piano di ristrutturazione del sistema organizzativo degli asili nido comunali.Tale piano prevede il passaggio da un sistema di 60 diverse rette, legate al reddito della famiglia, ad un sistema che ne prevede solo due, completamente scollegate alla situazione economica familiare.Tutti, quindi, senza distinzione di reddito, si troveranno a pagare 140 euro mensili per l’orario scolastico che va dalle 7,30 alle 14,00 e 250 euro per l’orario che va dalle 7,30 alle 18,30.Il Movimento 5 Stelle Catania, ritiene che tale approccio politico-programmatico della Giunta Bianco si ponga in netto contrasto con i principi Costituzionali recepiti dalle leggi regionali (L.reg, n. 214/79 e L. reg. n.22/’86 L.reg. n.10/2003) che tutelano e valorizzano la famiglia quale soggetto sociale primario e che regolano la disciplina degli asili nido della Regione Sicilia a cui dovrà attenersi La Giunta comunale. Leggi regionali che, in armonia con i principi di giustizia sociale e solidarietà, si prefiggono come scopo la rimozione degli ostacoli anche di carattere economico, con l’intento precipuo di prevenire qualunque processo o pericolo di emarginazione sociale, a tal scopo prevedendo perfino l’erogazione di un contributo regionale ai Comuni.

Non si comprende come mai, inoltre, tenuto conto della possibilità di usufruire degli ingenti aiuti economici provenienti dai fondi PAC (Piano di Azione e Coesione) che prevedono, per il distretto Socio Sanitario di cui è parte Catania, l’erogazione di oltre 2 milioni di euro, non si è ancora pervenuti all’elaborazione di un Piano di Intervento per lo sblocco di tali fondi, richiedendo invece un sacrificio così grande ai cittadini catanesi già colpiti dalla crisi, i quali non si potranno permettere il pagamento dell’importo della retta mensile, con prevedibili e gravissime ripercussioni nei confronti dei diritti, soprattutto quello al lavoro, della donna.Il Movimento 5 Stelle non accetta la logica della compressione dei diritti dei fanciulli, della famiglia e delle donne in vista di incerti “strumenti innovativi in via di definizione e che saranno ben presto presentati alla cittadinanza (…) che prevedono l’utilizzo di tutti i fondi possibili.”, come afferma l’assessore Troiano.Un Piano accettabile socialmente e politicamente deve da subito prevedere un collegamento tra la retta richiesta e la capacità economica del nucleo familiare.”

Ecco quanto scrive “Catania Bene Comune”…

“le accuse rivolte dall’Assessore Trojano al Comitato spontaneo genitori e a Catania Bene Comune in merito alle valutazioni sulla proposta di riforma degli asili nido dimostrano per l’ennesima volta l’incapacità dell’amministrazione comunale di ammettere i propri errori. Ci stupisce la volontà della Giunta Bianco di gettare il dibattito su un diritto fondamentale quale quello agli asili nido pubblici nel solito scontro tra bande ma ancor di più ci indigna il fatto che degli amministratori che dovrebbero rappresentare l’intera città fuggano dalle loro responsabilità proprio mentre centinaia di famiglie aspettano certezze sul futuro del servizio degli asili nido che, a quanto trapela dall’amministrazione, chiuderà il 30 novembre senza nessuna certezza sulla data di riapertura.Il Comitato spontaneo genitori e Catania Bene Comune hanno rivolto, attraverso un appello pubblico che può essere firmato (vedi linkwww.cataniabenecomune.it), delle richieste specifiche all’amministrazione che, qualora fossero accolte, permetterebbero il reale salvataggio degli asili nido.Contro la proposta dell’amministrazione di mantenere una sola fascia di contribuzione mensile di 140 euro per la mattina e di 260 euro per l’intera giornata, è stato chiesto diintrodurre un sistema di fasciazione che permetta il pagamento delle rette mensili sulla base del proprio reddito, prevedendo una fascia di semi-esenzione per le famiglie a basso reddito. La proposta dell’amministrazione infatti produce delle storture clamorose che è urgente cambiare: chi pagava 228 euro per la mattina infatti vedrà ridurre la retta a 140 euro mentre chi era esente o pagava solo qualche decina di euro vedrà aumentarla fino a 140. Altro che progressività! Con la proposta della Giunta chi ha un reddito alto vedrà ridurre la retta mensile del 40% mentre chi ha difficoltà economiche vedrà aumentarla del 700%.Contro la proposta dell’amministrazione di esternalizzare a cooperative private il servizio pomeridiano a fronte della ricollocazione in diversi uffici di 35 lavoratrici con esperienza ventennale e vincitrici di concorso attualmente impiegate negli asili, il Comitato spontaneo genitori e Catania Bene Comune hanno chiesto di mantenere il livello qualitativo esistente affidando esclusivamente alle educatrici specializzate la cura dei bambini e mantenendo le cooperative solo per le mansioni che hanno attualmente. La predilezione dell’amministrazione verso cooperative che assumono personale con contratti precari, spesso sottopagati, è incomprensibile vista la presenza nella pianta organica del Comune di personale specializzato. Inoltre tale scelta dequalificherebbe il servizio degli asili prevedendo un’interruzione della continuità tra mattina e pomeriggio e porterebbe tanti genitori a prediligere il privato in quanto con l’esternalizzazione del servizio non vi sarebbe più alcuna distinzione qualitativa.Facciamo appello all’amministrazione comunale perché recepisca queste proposte di modifica alla riforma. Si tratta di proposte concrete, ampiamente fattibili, che permetterebbero il rispetto di principi di equità e garantirebbero l’apertura degli asili. Se malauguratamente la Giunta approvasse la riforma così come presentata alla stampa l’effetto sarebbe la chiusura progressiva di tutti gli asili: le famiglie meno abbienti non potranno più permettersi l’iscrizione e chi può permettersi rette così alte, di fronte alla dequalificazione del servizio, opterebbe per il privato così come sta già succedendo a fronte dell’incertezza sulla sorte degli asili.La vicenda degli asili è l’emblema della demolizione di diritti e servizi prevista dal Piano di Rientro finanziario proposto dalla Giunta Stancanelli e recepito dalla Giunta Bianco. Mentre si innalzano a livelli insopportabili le tasse comunali si cancellano servizi essenziali. Catania Bene Comune si opporrà in ogni sede e con ogni strumento alla chiusura degli asili nido e all’assurda e paradossale esclusione dei ceti meno abbienti dai servizi sociali.Catania Bene Comune”.

 


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