Mattinata di presentazione a Librino. In un luogo simbolo. E sulle primarie…di iena politica
“Enzo is back. Curatevi l’ulcera!“. La battuta di qualche buontempone fa da cornice- tutta catanese- all’annuncio atteso: Enzo Bianco si candida a sindaco di Catania. Un “remake”? Bianco è stato sindaco a lungo: nel 1988 (per la prima volta un laico, un “non-democristiano” a Palazzo degli Elefanti), poi nel 1993 e ancora nel 1997. Oggi, è tornato in un luogo simbolo, nel “quartiere-città” di Librino, a piazza dell’Elefante realizzata nel 1997 e oggi degradata. Sembra Catania. Una metafora della città. Una semplificazione, forse. Ma un fondo di verità c’è. “Bianco va a Librino, in piazza. Mica a Palazzo degli Elefanti, in sala giunta…”dicono i suoi sostenitori.Lo vogliono sindaco già in seimila: tanti sono i catanesi, che in tutti i quartieri, hanno firmato. Quando gliele consegnano, ci vuole un bella scatola per contenerle (nella foto) “E sono firme vere, arrivate con i documenti del caso…” –sottolineano dallo staff di Bianco. Lui, il senatore Pd, o meglio il senatore dei Liberal Pd (una sorta di “partito nel partito”) arriva e saluta, come suo stile. Sorrisoni e sorrisini, sorrisi e baci. Tanti i giovani presenti, ci sono gli animatori dei comitati –circa 40- che lo sostengono e raccolgono espressioni trasversali della società, dagli avvocati agli insegnanti, dai dipendenti degli enti pubblici ai docenti universitari.
“Dove eravamo rimasti? – così esordisce Bianco. Che prosegue: “sotto la mia amministrazione, abbiamo recuperato tramite i fondi CER 400 miliari di lire per opere di metanizzazione, edilizia residenziale e scolastica. Ai costruttori che hanno svolto questi lavori a Librino ho chiesto un ‘regalo’ alla città: realizzare piazza dell’Elefante. Così è stato, riqualificata a tempo di record nel 1997, conteneva una bambinopoli, un gazebo attrezzato per spettacoli, percorsi protetti per i bambini ed arredo urbano in muratura. Oggi è un disastro, abbandonata e degradata. Questa piazza è il simbolo dei dodici anni di amministrazione Scapagnini – Stancanelli, questo è il modo in cui la città è stata ridotta”
Poi, l’annuncio: Bianco corre per sindaco. Sottolinea che bisogna ripartire, per un “progetto civico”. Da dove? Dai quartieri popolari. Impegno gravoso, non pochi lo hanno declamato negli anni: poi i risultati sono scarsi o nulli… Vedremo.Qualcuno gli ricorda che nel 1999 lasciò Catania per andare a fare il Ministro degli Interni.”Non ho mai abbandonato Catania – risponde e aggiunge:”sono stati i catanesi a eleggere Scapagnini nmentre io andavo a ricoprire una carica importantissima anche per la città”.Il suo è un discorso fatto anche di orgoglio nelle scelte (niente posto a Montecitorio):”Bersani mi ha chiesto di fare parte della lista dei nomi di spicco del Pd – spiega – ma io, ringraziando, ho declinato l’invito e ho scelto, senza paracadute, di impegnarmi solo per la mia città, che amo”.Il riferimento chiaro come il Sole è Giuseppe Berretta, che sceglie…tutto, Parlamento e Palazzo degli Elefanti. E’ giovane Berretta ma sembra tanto “vecchio” –aggiungiamo noi.La “iena” gli chiede delle “primarie”:”ho detto che mi candido per vincere e per guidare Catania. Il Pd, alle ultime elezioni regionali ha preso appena il 9 per cento, mentre la coalizione di centrosinistra il 19%. Se partecipassi alle primarie con il Pd chiamerei a raccolta solo un decimo dei catanesi, mentre io voglio coinvolgere tutti: chi non ha votato e chi ha votato altro. D’altronde le firme che abbiamo raccolto fino a oggi, oltre seimila, sono molte di più di quelle dei cittadini che hanno votato per le primarie del Pd.” Poi il senso di una candidatura:
“con la mia candidatura mi rivolgo a tutti i catanesi innanzitutto agli amici del mio partito, il Partito democratico, con cui ho condiviso, condivido e condividerò sempre il mio impegno politico. Questa è la mia casa e chiedo al Pd di essermi a fianco in questa battaglia. Mi rivolgo agli altri partiti del centrosinistra, con cui abbiamo una visione comune per molti aspetti della vita del nostro Paese e della nostra città, e che spesso ho avuto alleati. Mi rivolgo ai partiti del centro moderato, una risorsa preziosa, ma mi rivolgo con altrettanta forza al 55 per cento dei catanesi che alle ultime elezioni non è andato a votare perché non ha fiducia nella politica, a chi ha votato il Movimento 5 stelle, a chi ha voluto dare un grido di protesta e di voglia di riscatto. Mi rivolgo ai tantissimi elettori di centrodestra a Catania che hanno fatto un errrore e lo hanno reiterato ma che ora sono stanchi di dodici anni di governo di destra”.
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