Catania, corsa a sindaco: Berretta ritira la candidatura e cerca un “Bergoglio per Palazzo degli Elefanti”. Pare che sia stato subito trovato: lo avrebbero chiamato “Enzo II”

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Annuncio alla stampa del parlamentare Pd. A proposito: domani c’è direzione provinciale del partito. Che “inconorerà” Bianco!Di iena assonnata marco benanti

Se ne va dalla competizione per sindaco (“tolgo l’alibi”) e rilancia sulle primarie, a 24 ore dalla direzione che, con ogni probabilità, formalizzerà l’appoggio “unitario” ad Enzo Bianco. Altro che primarie…Punta tutto su “novità e cambiamento” la novità politica del momento Berretta, che con una conferenza stampa, ha sciolto il “nodo gordiano-catanese”: e certo, perché sarà tutta una “battaglia di principio” –come dice il deputato democratico e i suoi più vicini sostenitori dentro gli organismi dirigenti pd- ma forse c’è del calcolo dietro la “battaglia berrettiana”. Quale?

Nell’ ipotesi molto verosimile dell’ennesima sconfitta del Pd alle prossime amministrative –quando, nel segreto dell’urna, anche non pochi ululanti delle varie “società civili” voteranno (per bieco interesse personale come e peggio dei sottoproletari catanesi) per il centrodestra- Berretta e il suo gruppo di interessati amici potranno appunto giocare la “carta” del “rinnovamento”. Insomma, sarà facile dire: “io l’avevo detto che stavate sbagliando…io sono il nuovo, il cambiamento…grazie andatevene”. Niente male come “battaglia di principio”: la nostra è un’ “ipotesi maleducata”, ma attendiamo i fatti per vedere se saremo smentiti. Tirando le somme: Berretta segue il “vento che tira”, il “vento” che non è solo quello della demagogia grillina, ma anche e soprattutto quello di una parte consistente della borghesia di questo paese che vuole altro, che ha “mollato” Berlusconi e vuole una “moderazione efficiente”. Insomma, un po’ quello che è la “proposta Renzi”.Per il momento, Berretta e il suo gruppo (ma oggi dov’erano Saro Condorelli, Pierluigi Flamigni e Damiano Pagliaresi? E Michele Giorgianni? In questo ultimo caso, l’assenza di salatini e cocktail finale potrebbe essere una spiegazione?) fanno quelli che “stanno dentro un partito” e lo rispettano: quindi, hanno fatto la loro “battaglia” e attendono l’esito. Già scritto. Lo sanno anche loro. Fra pochi mesi se ne riparlerà. Ma dire come fa Berretta che “appoggerà il partito” non vuole necessariamente –fuori dall’ipocrisia- appoggiare necessariamente il candidato del partito. Vuoi vedere che i “rinnovatori” appoggeranno il prof. Caserta? Sarà un caso ma quello del prof. di economia è stato evocato proprio da Berretta stamane durante la conferenza stampa, assieme a quello della Acagnino (il magistrato “usato” con i suoi metodi -da populista demagogo- da “Schiumazza Crocetta”) e delle associazioni di società civile che chiedono primarie, primarie, e ancora primarie.Comunque, oggi Berretta, con accanto il portavoce di “Io cambio Catania” Daniele Sorelli (nella foto in alto) ha giocato un’ ottima “partita mediatica”. Come “scacchista” ha superato l’esame. Dall’incontro con i giornalisti viene fuori un candidato che “lotta per il principio” che è “nuovo”, che vuole la partecipazione e la “condivisione delle scelte”, mentre gli altri, i competitori, Enzo Bianco in testa, sono “vecchi”, fanno “accordi di potere”, magari con pezzi del centrodestra “scapagniniano”, insomma con il “diavolo” o poco ci manca. Quando, però, si dipana il “ragionamento politico” le domande arrivano. Almeno da parte nostra.Quello di Berretta non “è un ritiro polemico, come la stampa lo ha definito, continuerò a lavorare per Catania senza risparmiarmi, così come per il Partito democratico e per il centrosinistra”. Niente candidatura e niente lista con “Io cambio Catania”. Questo è l’ “uomo di partito”. Che chiede, però, le primarie, in nome dei “contenuti”.Ci mancherebbe. La città –lo diciamo noi- è stata –sopratuttto economicamente- “rasa al suolo”, anche e soprattutto nel periodo in cui l’on. Berretta era a Roma. Lui è corresponsabile, come il resto della “classe dirigente” catanese, dello “stato comatoso” di Catania, di un territorio che non attrae da anni investimenti produttivi, a parte le speculazioni immobiliari dei finti imprenditori di cui è popolato.Ma andiamo avanti: “un cambiamento che avremmo voluto avviare con le primarie – spiega – che però continuano a negarci. Bianco le ha definite procedure burocratiche ma non per me. Per me, invece, sono un metodo e la sostanza democratica del Pd, un modo per incrociare i bisogni dei cittadini, e il centrosinistra, negandole, sta sbattendo la porta in faccia a quei cittadini che avrebbero voluto partecipare attivamente”. Il “ragionamento politicamente corretto” arriva alle “scuse” a Marisa Acagnino:

“chiedo scusa a Marisa Acagnino perché non si fa cosi, non si chiede ad una personalità di valore di scendere in campo per poi girarsi dall’altra pare nel momento decisivo”. Non lo nomina, ma il riferimento è al governatore Crocetta: del resto, in questo momento attaccare frontalmente Crocetta “il rivoluzionario del mercoledì pomeriggio” è pressocchè vietato dalle “folle antimafia”. Ma ecco lo scatto d’orgoglio: “siamo stati oggetto di un tentativo di umiliazione ma non ci sentiamo sconfitti. Siamo orgogliosi di una battaglia di valori e di idee che abbiamo messo in campo in questi mesi, che abbiamo condotto nel nome del cambiamento del contrasto della logica delle scelte chiuse, chiuse nelle stanze”.Il Potere che brutto, è talmente brutto che non si dovrebbe nemmeno andare in Parlamento e tenere in piedi una segreteria provinciale con l’appoggio decisivo della Cgil, partito nel partito, caso quasi unico in Sicilia! Ma comunque, la critica di Berretta è contro “accordi potere in cui non ci riconosciamo e dai quali non ci sentiamo rappresentati”. Poi arriva a fare riferimento ad un nostro articolo (“marco benanti amico o nemico non so definirlo”), quello dei “quattro matrimoni e un funerale” , in cui abbiamo raccontato l’ennesima “stagione neodemocristiana” alle porte. Berretta sostiene –condiviendo la tesi dell’articolo- che il “funerale è per cambiamento. Io mi sento un pò come un congiunto del defunto che però non si rassegna”.E ancora: “il prossimo 7 aprile, in molte città e in molti comuni del catanese, si svolgeranno le primarie mentre a Catania ci sono incontri bilaterali con i partiti, con i politici buoni per tutte le stagioni in cerca ci uno spazio per riciclarsi magari sotto l’egida di Enzo Bianco, con ex assessori provenienti da disastrose giunte di centrodestra che hanno sfasciato la nostra città.”Secondo Berretta, Bianco si muove sull’onda di “datemi il potere e vi risolverrò i problemi”, una “vesione sicula del ghe pensi mi”. Insomma, dà del berlusconiano al competitore, pardon all’uomo del suo stesso partito, che va appoggiato (il partito). Allora la chiave qual è? “Rinnovamento, novità, primarie”. Ci vuole un “Bergoglio per Palazzo degli Elefanti, basterebbe avere voglia di cercarlo e chiedergli di impegnarsi. Ma ho il timore che sia stato tutto stabilito. Senza considerare ciò che Catania chiede e di cui ha bisogno”. Peccato perché Berretta dice che per lui “Catania viene prima di tutto”: infatti, si è candidato alla Camera e a sindaco. Facendo una scelta netta. Per il “principio” si direbbe. A domani, alla direzione provinciale Pd: appuntamento, alle 17,30, all’ “Hotel Principe” di via Alessi.

  

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Redazione Iene Siciliane

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