Catania, corsa a sindaco: “fatti non parole” -grida Raffaele Stancanelli, uomo del popolo

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Considerazioni “fuori luogo” a distanza di 24 ore dalla convention del primo cittadino…

di Ienaserpica appassionataSono appena le ore 18, quando nell’auditorium delle ciminiere, sulle note dell’Inno d’Italia e di appassionati e calorosi applausi, ha inizio la convention di Raffaele Stancanelli. In sala si registra il tutto esaurito, un fiume di presenze umane, nel quale non possiamo, però, non notare i pochi volti noti della politica del centrodestra catanese. Prevedibile o forse no? Un dato è certo: le grandi e autorevoli assenze non hanno scalfito minimamente l’entusiasmo del primo cittadino che, presentato da Diego Cimino, un giovane studente dalla faccia pulita e da due video che hanno ripercorso, in tre minuti, i cinque anni di Catania in compagnia della precedente e dell’ attuale amministrazione, è apparso sicuro di sé, catturando, per più di un’ora e mezza, l’attenzione della folla . Il tema del suo progetto civico per Catania è semplice: non programmi, parole, autocelebrazioni, ma fatti, impegno e tanto lavoro per proseguire nell’opera di risanamento fino ad oggi svolta.Un’opera che ha richiesto un lavoro certosino, rigoroso e tanti sacrifici per evitare il default della città, che ha ridotto i debiti (accumulati nelle precedenti amministrazioni) e che, allo stato,consente di poter affermare che Catania “finanziariamente” è sana.Era il 19 maggio del 2008, un lunedì, quando a Stancanelli, già parlamentare, viene proposta, telefonicamente,la candidatura a sindaco. La città è in forte degrado e serve una persona che ci metta passione. Bastano una, due, tre telefonate, una breve riflessione nella segreteria di Via G. d’Annunzio n. 17 ed ecco che lui “il passionale” decide di scommettersi in questa non facile battaglia. Il primo impatto non è certo dei migliori, visto che al suo primo giorno da sindaco viene accolto da ammassi di immondizia gettata dinanzi il Palazzo degli Elefanti, per non parlare di questi cinque anni dove gli attacchi, da ogni fronte, sono stati il pane quotidiano. Chiunque avrebbe pensato “ma cu mu fici fari”, ma Raffaele no, lui è diverso. La passione scorre come sangue nelle sue vene, lui è un uomo all’antica che tiene al giudizio degli altri, che crede in quello che fa e che non è abituato a fare calcoli e, proprio per questo, anche nel dicembre del 2012, invece di assicurarsi un posto sicuro e sereno, decide di ricandidarsi alla guida della città. “Sarò fascista, sono fatto così che ci posso fare” -afferma, quando ricorda dello sgombero del palazzo di cemento a Librino e della protesta di alcune famiglie oggetto di strumentalizzazione di avversari politici, ma “mi piace lavorare per la mia città, perché ho dei doveri verso i catanesi, perché il sindaco si fa sempre anche quando i problemi sono tanti, perché fare avanti e indietro da Roma per poi decidere di fare il sindaco è troppo comodo. Sono abituato a lavorare non a parole, ma a fatti ed in silenzio, perché è più facile dire e fare le cose che si vedono. Nel mio impegno per Catania, valuto competenza, lealtà e trasparenza e non la tessera, perché, è vero, sono un uomo di destra, ma sono il sindaco della città di destra e di sinistra”.

Programmazione, progettazione e passione gli elementi centrali del pomeriggio di primavera stancanelliano e poi tanti numeri, con percentuali somme e sottrazioni , ma soprattutto tante date, perché le date sono importanti e necessarie per riuscire a coniugare i verbi al passato, al presente e al futuro. 1955: Corso Martiri della Libertà, che per i danni cagionati nel 1990 è costato al Comune miliardi e miliardi di penale e che con il progetto dell’arch. Cucinella, oggi, vedrà la rinascita di Catania. 1964: il Piano Regolatore, se ne parla dal 1993, ma solo sotto la guida del compianto prof. Arcidiacono, che ci ha messo l’anima, e con i funzionari interni, l’odierna amministrazione è riuscita, risparmiando, a redigerlo, consegnandolo al consiglio comunale per l’approvazione. Ma, in consiglio comunale che si fa? “diversi consiglieri- urla il sindaco – se la palliano, prendono tempo, si nascondono dietro i pilastri del Comune, pur di non andare a votare e sapete perché? Perché pensano…. ma perché ci dobbiamo dare un vantaggio a Stancanelli? Sbagliano, perché non capiscono che non approvare il Piano Regolatore è uno svantaggio per i catanesi che aspettano da 50 anni. Si devono vergognare, tutti quei consiglieri di maggioranza che sono passati all’opposizione, perché non capiscono che abbiamo trovato una soluzione per valorizzare, rigenerare il centro storico, far ripartire l’economia e ridurre il rischio sismico. E loro, invece, che fanno? Buttano veleno e fango contro Stancanelli e si fanno pure pagare.” “Vedrete” – prosegue – il primo cittadino ” per il Pua, fermo dal 2002 ed oggi recuperato, in consiglio non si farà nulla con la scusa che mancano 45 giorni …. Il motivo? Ostacolare Stancanelli”.Stancanelli, un nome troppo indipendente di un uomo,però, dipendente solo dalla volontà dei cittadini di una Catania in cui si è vissuto e si vive con il passa parola, dove si fa politica politicante, immettendo tossine per avvelenare, screditare chi, senza sbandieramenti, ha lavorato e lavora in una situazione di disastro, peraltro, ereditata, Un uomo che non se ne frega dei quartieri a rischio, dove la situazione è quasi da terzo mondo, come a S.Giorgio dove da 30 anni le fogne non esistono . Un uomo, consapevole del fatto che tutti si lamentano, ma che crede che le cose è meglio farle, perché poi tutti possano ricredersi.Persone non superiori, ma oneste, concrete e perbene al servizio della propria città che hanno messo le basi per far sì che Catania ricominciasse a camminare verso un futuro migliore. Una Catania, piattaforma di cultura, di architettura, di piazze restituite anche attraverso rapporti di sponsorizzazione, di immagini europee per ridurre il traffico, una Catania, che vanta un teatro che nonostante i tagli della Regione, nonostante le passate irresponsabilità, oggi, è l’unico che, in tutta Italia, aumenta gli abbonamenti.E allora che dire a chi invita il sindaco ad andare a ripetizione di italiano per coniugare i verbi e di matematica per imparare a fare i calcoli? Nulla, meglio tacere e lasciare ai cittadini la possibilità di decidere liberamente, perché la scelta di chi deve governare non spetta alle forze politiche, ma alla gente.Infatti, la sua battaglia, Stancanelli, la vuole vincere con i catanesi! L’ appoggio dei responsabili (tutti assenti, forse allergici ai pollini di primavera) del centrodestra, che cinque anni fa lo hanno pregato e sostenuto? Se c’è che ben venga! Se non dovesse esserci, non ha alcuna importanza e per lui non sarebbe una delusione, ma solo motivo di lecito sospetto. E su questo, hai ragione, caro sindaco, meglio soli che male accompagnati, ma sai… la vita è strana e imprevedibile!Vuoi vedere che magari in questi due mesi, dietro l’angolo, incontri la persona o le persone adatte ad accompagnarti e a sostenerti in questo nuovo e duro cammino? Noi siamo qua e attendiamo, ma tu comincia a guardarti intorno!

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Redazione Iene Siciliane

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