Catania, corsa a sindaco: Stancanelli attacca Bianco (“scienziatino”) e Firrarello (“non abbiamo bisogno di chi pensa di rappresentare gruppi di voti”)


Pubblicato il 25 Gennaio 2013

In un cinema del centro, il sindaco apre la il giro della piattaforma” Catania 2.0″, si leva qualche sassolino dalla scarpa e fa annunci. Ha contato 27 candidati il primo cittadino: qualcuno pensa ad un urgente antidoping…. di iena politica Marco Benanti

Davanti a circa settecento persone, nel parterre dell’Odeon, nel centro di Catania, Raffaele Stancanelli inaugura la “road map” del suo movimento civico che si muove attraverso “Catania 2.0”, la piattaforma politico-elettorale che lo dovrà portare alle elezioni comunali di fine maggio. Lo fa davanti ai suoi assessori, alla sua dirigenza, a qualche consigliere comunale, ma non davanti ai big del centrodestra. Non si presenta nessuno di loro. “Meglio così”-dice qualcuno in sala.

Sul palco tre giovani, Diego Cimino (nella foto con il sindaco) che presenta l’iniziativa, accanto agli avvocati Ferrara e Polizzi. Con loro il regista Gianni Salvo, direttore artistico del Piccolo Teatro (ma non era “progressista”?) e il prof. Francesco Milazzo docente di diritto romano all’Università di Catania. In prima fila Stancanelli con accanto l’avv. Emanuele Passanisi (amico di una vita, collega di studio e di militanza politica a destra). Più in là riconosciamo Gianni Vasta, indimenticato consigliere comunale e assessore ai tempi di Scapagnini (“ho portato qui il mercatino delle pulci”- ci dice. E noi: “e gli abusivi? E le pulci”. La domanda cade nel vuoto). Dall’altro lato riconosciamo l’assessore al Brt, pardon alla mobilità Santi Maria Cascone, con l’ing. Giacomo Guglielmo da Messina, noto superesperto del sindaco.

La serata comincia a ritmi bassi (ne parleremo a parte). Poi sale sul palco il sindaco e sono “Fiamme di Megalopoli”. Stancanelli parte alla lontana (“ho scelto Catania sin dal 2008, quando ho scelto la città a 36 ore dalla presentazione delle liste. Non voleva fare nessuno il sindaco, allora. E io dissi sì…), poi a poco a poco mette a fuoco e…”spara”. Dal risanamento dei conti del comune (“la città era in ginocchio, Catania era al buio, ho trovato un miliardo e cento milioni di debiti”) di cui si vanta, prende la “rincorsa” per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Parla di qualche”scienziatino” (lo chiama così perchè “piccoletto”) che ha definito “deludente” il suo operato al comune. “E lui al posto mio che avrebbe fatto con un miliardo e cento milioni di debiti di cui sei responsabile anche tu?” Il riferimento è ad Enzo Bianco, evocato più volte, ma mai nominato. Evocato anche quando si parla di “mutui contratti e che costano ai catanesi 5 milioni di euro di interessi al mese”. Mutui contratti -dice Stancanelli- “quando lo si poteva fare per chiudere i disavanzi”. Tradotto: si riferisce a mutui contratti ai tempi dell’amministrazione Bianco. Parla di “miliardi spesi per i fine anno, per il cero di Pomodoro che si sciolse subito, per l’estate catanese”. E aggiunge: “miliardi spesi senza un progetto, progettando il nulla”. Lui, invece, ha risanato: meno dipendenti comunali, meno partecipate, riduzioni di sprechi, lotta all’evasione fiscale, una nuova Amt (“l’ho trovata con 70 milioni di debiti”). Lo dice Stancanelli e la gente, la “sua” gente applaude. C’è n’è anche per il centrodestra: Firrarello lo ha definito “improponibile come sindaco”. E lui “Stangatutto” colpisce anche lo “zio Pino”: non lo nomina, ma…”Non abbiamo bisogno di chi pensa di rappresentare gruppi di voti…” Fa appello “alle forze sane della città”. Tradotto: imprenditori, professionisti, lavoratori. Interclassismo. Non ai partiti. Certo, facile adesso, vedremo più avanti… Ma c’è di più il sindaco dice di avere contato 27 candidati: ma chi sono?

Il sindaco dice che da quattro mesi è presso la commissione comunale competente il piano regolatore della città. Una storia cominciata -ricorda- nel 1964. Sul tema, tanto per cambiare, torna il riferimento all’amministrazione Bianco. “C’ è stato chi come l’architetto Cervellati che è andato in Australia. A spese del comune”. Lui, invece, ha rifatto l’ufficio del piano sotto la direzione del prof. Arcidiacono (e lo ricorda affettuosamente) con risorse interne: (“era stato distrutto in quanto lo si era affidato agli esterni”). Fa un appello ai consiglieri comunali a “farsi attivi in questa battaglia”, anche se qualcuno -racconta il sindaco-spingerebbe per non farlo “perchè così dicono fanno una cortesia a Stancanelli. Non pensano questi poveretti che farebbero cosa importante per la città”.

Annuncia che “dopo S.Agata partiranno i lavori al corso martiri della libertà”. Ma non li aveva annunciato una volta per giugno e una volta per ottobre? E sottolinea di avere chiuso un contenzioso milionario, che penalizzava il comune. Applausi.

Finale: alla fine del suo mandato -se sarà rieletto- Stancanelli dice di “sognare di avere al fianco una classe dirigente di giovani”, non “legati all’idea della spartizione di posti”. Insomma, la “cura Stancanelli” di dieci anni dovrà finire al…verde, cioè con i giovani.

Alla prossima puntata con “Stancanelli contro tutti”?  


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