Catania, corsa a sindaco: zona industriale! Semmai horror! Il prof. Caserta nel “deserto” catanese


Pubblicato il 09 Febbraio 2013

Tour in una delle aree più indegne sotto il vulcano. E dire che dovrebbe servire alle imprese…a cura di iena di strada

Strade a tratti non asfaltate e piene di buche, pochi mezzi pubblici in servizio, segnaletica stradale insufficiente e obsoleta, mancanza di sottoservizi, allagamenti dopo ogni temporale. Questi sono solo alcuni dei gravi problemi che affliggono la zona industriale di Catania, da tempo abbandonata al suo destino dalle varie amministrazioni comunali, nonostante le proteste di quanti operano negli stabilimenti e nelle imprese del luogo.Le eccellenze della zona industriale di Catania, ma anche le criticità sono state al centro della settima “cronotappa” organizzata per conoscere meglio quest’area, dove negli anni cinquanta nacquero i primi insediamenti produttivi. Maurizio Caserta, candidato sindaco al Comune di Catania, ha guidato un gruppo di cittadini nel cuore dell’Etna Valley, per comprendere dove e come poter intervenire a sostegno di questo importante distretto produttivo.

“La zona industriale è una realtà troppo importante per continuare a essere ignorata, non può rimanere ancora nell’oscurità. In quest’area non esiste solo la St Microelectronics, ma anche tantissime piccole imprese. Per anni abbiamo sentito parlare dell'”Etna Valley”, una realtà senz’altro positiva, ma che non ha mai generato indotto. C’è anche una responsabilità dell’amministrazione comunale in merito alla questione dei trasporti: circolano pochi mezzi pubblici. Spostarsi, per chi non ha un mezzo proprio, è difficilissimo”. Questo il Casera-pensiero in tema.

“Non dobbiamo dar credito a chi ci racconta che possiamo essere attrattori di grandi imprese- ha affermato Caserta- è impossibile che qualcuno da fuori decida di investire qui, le forze devono essere trovate all’interno. Abbiamo tre vantaggi che possono essere sfruttati: l’università che può generare idee, giovani talenti pronti a lavorare e i luoghi della produzione. Questi fattori messi insieme possono contribuire a far ripartire questa porzione di territorio, che al momento è in condizioni disastrose”. Secondo Caserta si potrebbe investire nella produzione leggera, in settori come ad esempio il turismo e i servizi, ma anche in strutture commerciali. “Alle grandi aziende non importa nulla della zona industriale, perché i servizi necessari se li producono da soli, è alle piccole imprese che bisogna prestare attenzione- ha spiegato-. Questa zona è scivolata nella parte oscura della città. Non abbiamo visto gli effetti benefici del polo della microelettronica, questa è un’isola felice all’interno della zona industriale, ma non c’è l’indotto. Bisogna riconoscerlo gli effetti non ci sono stati lo dicono anche le statistiche: a Catania non c’è stato sviluppo industriale; non osserviamo nessuna vitalità che avevamo pensato si potesse creare attorno al gruppo StMicroelectronics”./span>

Caserta ha accolto le proteste di alcuni imprenditori della zona. In molti hanno sottolineato i disservizi alla rete idrica ed elettrica, microstacchi e sbalzi di tensione, l’assenza di manutenzione delle strade, la presenza di numerosissimi cani randagi e micro discariche in ogni angolo.

 


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