DI IENA MARCO BENANTI
C’ è di mezzo anche la vicenda dell’appalto delle spiagge comunali nell’ordinanza dell’operazione cosiddetta “Sipario” di cui da stamane si parla sui siti d’informazione. Secondo la Procura della Repubblica di Catania Orazio Buda, sulla cui caratura criminale si soffermano a lungo gli inquirenti, avrebbe anche minacciato più volte gli imprenditori Fabio e Giuseppe Fraggetta, padre e figlio, che aveva denunciato l’iter piuttosto opaco dell’appalto. Per questo l’Ufficio inquirente contesta a Buda il reato di intralcio alla giustizia, con metodologia mafiosa.
https://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=8660. Il processo che qui abbiamo ricordato è in corso, il a giugno si terrà una nuova udienza. Attendiamo di seguirne l’iter, come dell’operazione di oggi: in attesa delle decisioni finali, restiamo garantisti, che significa non la “cultura del sospetto”, ma nemmeno la “cultura della sabbia”.
Una pagina, una delle tante, opache dell’amministrazione Bianco. In quegli anni pochi ebbero il coraggio di parlare, anche di questa vicenda: ricordiamo a livello politico Manlio Messina, Ludovico Balsamo e pochi altri. Del resto, per il catanese, per la sua “primavera” di ieri, di oggi e di domani, cambia poco: lui, tranne poche eccezioni, è un “professionista dei cazzi propri”. La borghesia di questa città, con i suoi ridicoli “gruppi dirigenti”, è incapace di cambiare: al massimo “cambia cavallo”. Anche per questo Catania continua a fare paura.
Ma a proposito: perché Buda avrebbe avuto tutta animosità? Perché l’appalto delle spiagge comunali?
Dal mare, un po’ come dalla Divina Provvidenza, passano tante domande. E magari, altro.
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