Catania dal Vivo, Librino, Briganti, crimine: scrive Rosario Patanè

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Grazie briganti di Librino, comunisti Italiani, tutti quelli impegnati nel riscatto e nella cultura di Librino.

Sicuramente loro hanno fatto più danno dei librinesi, perché è arrivata un’immagine di Librino piena di pistolettate, bombe a mano, bazooka… mancava solo Rambo, purtroppo nella sede dei briganti è successo questo.

Ma poi, successivamente ci si accorge che non erano fori di bazooka, ma fori, forse, di piccone o mi manda Picone.

Sembra un film già visto, stranamente e per caso (neri e non rossi per caso) prima della visita di Mattarella a Librino.

Più che intimidazione della mafia mi sembra una grave malattia di protagonismo degli eroi antimafia a tutti i costi. È tutto mafia, solo loro sono puri e casti, specialisti delle commemorazioni.

Sicuramente Falcone, Borsellino, La Torre, Dalla Chiesa, sono stati dei fessi, perché hanno sacrificato la loro vista, non per il loro sacrificio che scosse le coscienze e la dignità e libertà (parole vecchie, stanche e dimenticate), ma servivano delle date: 23/05/1992, 30/04/1982,19/07/1992,03/09/1982, perché i media, le più alte, le più basse autorità, avessero un giorno di gloria e di commemorazioni, per sistemare il nastro tricolore sulle corone e avere tutte le telecamere per loro… ma come direbbe qualcuno, questa è un’altra storia!

Veniamo a cose nostre dei briganti e company di Librino. 

È stato criticato il sindaco Pogliese perché i lavori del campo San Teodoro sono fermi.

Si critica Pogliese perché, sempre per i comunisti Italiani e compagni, sarebbe a rischio incendi, dimenticando però che durante la sindacatura Bianco, in viale Librino le fiamme sono arrivate al quinto piano a causa delle sterpaglie, ma si ha la memoria corta, o a convenienza.

Sicuramente io che ho votato Pogliese non ho difficoltà a dire che forse è un pò assente nel vivere e partecipare nel territorio, potrebbe essere più vicino al popolo di Librino, non può essere una giustificazione l’eredità economica di dissesto lasciate da chi era sindaco prima di lui.

Oppure lo si scredita e lo si attacca perché politicamente oggi la battaglia sia a sinistra che a destra, sia l’appartenenza in Fratelli d’Italia, da parecchio fastidio ai professionisti delle commemorazioni che Fausto Bertinotti, Massimo Cacciari, il quale elogia la coerenza e l’affidabilità della donna Meloni, visti i tempi e la merce umana sul banco politico.

Rosario Patanè.”

 

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Benanti

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