di iena sotto il cartello
La cosiddetta “legalità” sotto il vulcano è più spesso una declamazione retorica che una pratica quotidiana. Di casi clamorosi non mancano a Catania, ma quello che ruota attornoa alla cartellonistica stradale ha aspetti davvero surreali. Una storia che va avanti da anni, senza soluzione e soprattutto…senza giustizia. Il quadro generale vede alcuni “big” che fanno la “parte del leone” e pochi altri…messi a margini. Con situazioni alquanto opache, se non proprio totalmente ingiuste. Altro che legalità.
Una situazione di impasse appesantita da una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa (2015) che si è espresso sul ricorso presentato dall’azienda “Job Creation” (che da anni anima una battaglia nel settore), stabilendo che il protocollo d’intesa siglato nel maggio del 2014 dal Comune di Catania e da alcune aziende del settore è illegittimo. E cosa è accaduto?
Il 20 ottobre 2015 il comune di Catania autorizza 176 impianti pubblicitari. Quei cartelloni, però, sulla base di quella sentenza sono illegittimi. Ma la direzione della Ragioneria generale del Comune, il mese scorso, emana due comunicazioni scritte: “di seguito si comunica il numero degli impianti che può essere escluso dall’esecuzione della sentenza”.
In sostanza, il Comune dopo aver ricevuto due “richieste di riesame” da parte delle ditte “Alessi” e “Start”, replica il 20 ottobre, segnalando quei cartelloni pubblicitari che possono essere esclusi dalla esecuzione della sentenza. Nelle due note della ragioneria generale si legge: “risultano liberi sul territorio e in siti coincidenti con il piano generale degli impianti”. Alla “Start” vengono sbloccati 26 manifesti di sei metri per tre, e 49 stendardi da un metro e 40 per due metri. Alla “Alessi”, invece, ne sono stati sbloccati 39 del primo tipo e 62 del secondo.
Di fronte a questa situazione, “Job Creation” ha riattivato una sua campagna per spiegare quanto sta accadendo. “A nostro avviso –dichiara Maurizio Giuffrida, amministratore di ‘Job Creation’- si tratta di un provvedimento non legittimo, perché la sentenza è chiara. È questo il motivo della nostra protesta.Anche se le altre aziende hanno fatto una richiesta di riesame, bisognava procedere in ordine cronologico. Noi l’abbiamo fatta nel 2012 e nel 2013 e ancora è rimasta inevasa”.
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