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Catania dissestata in Tribunale, l’avv. Ivan Maravigna: “non può non apparire estremamente curioso che l’ex sindaco Enzo Bianco…”
Pubblicato il 20 Ottobre 2020
“Esprimo ovviamente grande soddisfazione per l’ordinanza del GUP ammissiva delle costituzioni di parte civile delle organizzazioni sindacali che ne hanno fatto richiesta e, specificamente, dell’U.G.L., che assisto.
Le condotte contestate agli imputati, ove verificate in giudizio, realizzano danni incalcolabili per generazioni future di catanesi, ma ancor di più, specificatamente, per il mondo del lavoro etneo.
Dai falsi in bilancio contestati agli imputati è derivato il dissesto economico cittadino per il quale soffrono quotidianamente non solo i dipendenti comunali, penalizzati per i mancati avanzamenti di carriera, per le mancate conversioni dei contratti da tempo determinato ad indeterminato e, financo, per periodi di ritardato pagamento degli stipendi, ma anche i lavoratori delle imprese creditrici del Comune di Catania.
Molte di queste sono state costrette a cessare l’attività ed a licenziare i propri dipendenti, che oggi ingrossano le già, non scarne fila, della disoccupazione cittadina.
Rispetto a tutto ciò è chiara la sete di giustizia che si avverte in città.
Quanto al merito dell’udienza di oggi, ovviamente fermo restando l’insindacabilità delle strategie difensive di ciascun imputato, non può non apparire estremamente curioso che, l’ex sindaco Enzo Bianco, di cui un giorno sì e l’altro pure è possibile leggere dichiarazioni di assoluta legittimità e trasparenza circa le proprie condotte, invece di richiedere lui, se davvero è tutto chiaro il suo operato nella vicenda, come lui quotidianamente asserisce, il giudizio immediato, andando così al merito della vicenda, si affidi adesso innanzi al G.U.P. a polverose e pignole eccezioni circa l’indeterminatezza dei capi d’imputazione.
Come correttamente evidenziato dalla Pubblica Accusa, egli, come tutti gli altri imputati, ha avuto modo, dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p., di farsi sentire dai P.M. e di depositare, come hanno effettivamente fatto altri imputati, corpose consulenze tecniche.
Il capo d’imputazione, pertanto, è stato formulato in modo da vivisezionare l’intera vicenda e quindi appare più che pretestuosa un’eccezione di indeterminatezza.
La sensazione è, pertanto, che più che affrontare il processo e chiarire la propria posizione, qualcuno voglia scappare a gambe levate.
Catania, 20.10.2020
Avv. Pietro Ivan Maravigna.”
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