Questa volta iena ridens è per strada. Vediamo che dice…di Iena Ridens
A Catania, da sempre, esiste un’atmosfera spasmodica per le buone idee. Per i guizzi che illuminano il grigiore, per i colpi di genio che sollevano dal vago senso di mediocrità di cui tutti parlano. Del semplice impegno, a seguito del quale, forse si riesce perfino a produrre qualcosa di buono. Ma non, si badi bene, per poterne poi celebrare l’avvenuta realizzazione, il suo manifestarsi in qualcosa di concreto, positivo, rovesciando il luogo comune dei luoghi comuni, per cui “cu nesci arrinesci”, e “cu resta fa puppetti”.
Nonzi: a Catania esiste una spasmodica attesa per le buone iniziative perché non si vede l’ora di poterle mandare a puttane.Così, adesso, d’amblè, pare che in via Santa Filomena non si potranno più mettere sedie e tavolini fuori. Quindi i tanti locali che hanno fatto di quella strada una specie di EatItaly siculo (tra molti che curano la qualità e qualcuno, diciamocelo pure, un po’ sopravvalutato), dovranno rinunciarvi. Il che vuol dire non solo un danno commerciale per gli esercenti, ma la perdita del fascino che quella stradina, una volta nota ai più per l’uscita posteriore del cinema Lo Po, da anni riesce a suscitare, anche negli stranieri.Sicuramente l’amministrazione comunale troverà nel comma quarto del paragrafo terzo del codicillo secondo del testo unico così come modificato la giustificazione a cotanta alzata d’ingegno. Ma il fatto è che amministrare non è solo una questione di forma. È interpretare i fermenti di una città, quando diventano modelli positivi, e utilizzarli come punti di riferimento, non come fastidi da eliminare. Lasciando stare il discorso, che non interessa alla iena ridens, dell’aver fornito ali competitors del sindaco Stancanelli un argomento da utilizzare nella campagna elettorale.
Ci chiediamo: è davvero così difficile? Assecondare gli sprazzi di vitalità, superando la fredda logica burocratica? Ovvero: far convivere le due cose?
La Iena Ridens visse tutta la stagione della primavera catanese d’inizio anni ’90. Pochi coraggiosi ragazzi cominciarono a tirare su le saracinesche del centro storico, avviando la stagione dei caffè concerto. All’inizio osteggiati dall’amministrazione comunale che una sera sì e l’altra pure mandava la municipale a spegnere le amplificazioni. Poi, finalmente, si capì che il fenomeno poteva essere una opportunità, per la città, e si cominciò a cavalcarlo.È tutta questione di buon senso. Perché anche dentro un vicolo, una stradina, come via Santa Filomena, lo si può perdere.Dia retta alla Iena Ridens, sindaco Stancanelli. Ci ripensi.
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